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Ragazzi ma io sinceramente penso che inneggiando all'estinsione di un popolo, di una cultura non siamo migliori di loro.
Vi rendete conto?
Posso capire i problemi di questa convivenza ancora non strutturata, ma per me se si parla di inciviltà nei loro confronti quando poi si ricorre al "sterminiamoli" mi cadon le braccia.
Ma anche solo per scherzo, dico io.
Cioè ma ci siamo bevuti il cervello?
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Quote:
Originariamente inviata da
Lerajies
, basterebbe costringerli a mandare i figli a scuola e far rispettare le leggi, in qualche decennio l'essere rom/zingero diverrebbe una curiosa ma innocua come l'essere ebrei..
E' quello che penso anch'io
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sono degli esseri inutili...se si estinguessero non se ne accorgerebbe nessuno...
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Il guaio è che a livello di opinione pubblica, attualmente, gli zingari vengono di solito identificati con i gruppi Rom che sono giunti in Italia negli ultimi 25 anni, dopo la disgregazione del colosso sovietico, soprattutto dalla ex Jugoslavia (prima) e dalla Romania (in tempi più recenti). Chiaro che quelli che sono venuti qui nelle suddette occasioni, vuoi per inclinazione culturale, vuoi per disperazione, non fossero certo degli stinchi di santo. E altrettanto chiaro che quei pochi di loro che si sono integrati, lavorano e mandano i figli a scuola "non sono più zingari".
La stragrande maggioranza degli zingari (Rom e Sinti) italiani, tuttavia, non appartiene assolutamente a quella cultura, e sì, in un certo senso neppure loro sono più zingari, ma solo perché per effetto dell'infamia sparsa sopraddetti loro "colleghi", hanno preferito "nascondersi" agli occhi dei "gagi" (cioè i non zingari, parola che significa "sedentari" ma anche "sempliciotti, non troppo furbi"), dato che alla fine vivono pur sempre nei territori dei gagi, e se quelli decidono che tutta la razza rom è da mandare al rogo, meglio adeguarsi.
L'Italia è piena di famiglie zingare, con cittadinanza italiana da generazioni, che obiettivamente son in numero molto maggiore di quelle che vivono accampate tra i rifiuti sostentandosi con furtarelli vari e "manghèl" (accattonaggio). Solo che, non manifestando esteriormente - per motivi di convenienza - la loro appartenenza al popolo zingaro (Rom o Sinto che sia), chiaramente nessuno li annovera tra gli zingari, pertanto non fanno testo quando si parla di zingari come razza.
Nonostante si tratti di famiglie di viaggiatori, lavoratori da generazioni che si dedicano per lo più allo spettacolo viaggiante (circo e luna park) e pertanto sono abituati a lavorare ogni giorno, anzi specialmente in quelli di festa: per loro non esistono sabati, domeniche, né Natali, Capodanni e Ferragosti. Anche se certe occasioni come i matrimoni - quasi sempre rigorosamente tra zingari, magari anche di diversa nazionalità - i festeggiamenti durano giorni. Pagano le tasse come gli altri cittadini italiani, pur vivendo come la maggior parte dei nomadi nelle campine ("campina" indica qualsiasi casa mobile, non importa se roulotte, baracca smontabile o caravana), non solo, ma pagano fior di quattrini per le occupazioni del suolo pubblico, per gli allacci alle utenze civice dei vari Comuni per illuminare le giostre e riscaldare le roulotte.
E quelli tra loro che si dedicano alla più tradizionale e antica delle loro attività, il circo equestre, spendono migliaia di euro al giorno per dar da mangiare ai propri animali, che posso garantire che spesso trattano alla stregua di figli, nonostante un certo giornalettismo che strizza l'occhio a un animalismo sterile e di facciata, di cui il tanto osannato Sig. Edoardo Stoppa di Striscia la Notizia, che ci fa vedere le faccine tristi degli animaletti proprio la sera quando siamo a tavola e siamo più sensibili e poco importa se scambia una piovra gigante meccanica per un polpo vero, è un perfetto esponente, voglia far passare anche loro per dei mostri torturatori...
Gente che ancora lavora all'età di 70 anni quando molti "gagi", che sputano sull'etnia zingaresca sostenendo che dovrebbero tutti essere messi ai lavori forzati o direttamente ad arrostirsi su un bel rogo, alla loro stessa età sono da ormai 25 anni perennemente spaparanzati in poltrona dopo una quindicina d'anni di durissimi turni dalle 9 alle 12 dietro il banco di un ufficio postale. Grazie a Mariano Rumor, sant'uomo, lui sì che aveva a cuore la salute di quelli che lavorano (se ne vedono i risultati oggi, ma questa è un'altra storia)!
Ma rientrando in tema, e cambiando genere, che dire di famiglie come i Rinaldi di Taurisano, o i Giagnotti di Torrepaduli, insuperabili musicisti e danzatori nella "Pizzica a scherma", tradizione musicale pugliese che si sta perdendo? Può essere che i loro antenati abbiano rubato qualche gallina - del resto la vita in Salento prima dell'arrivo dei turisti mica era uno scherzo eh! - ma da qui a definirli una manica di imbroglioni ladri assassini vigliacchi blabblà mi sa che il passo è abbastanza lungo.
Eppure sono Rom, dalla testa ai piedi,nei tratti somatici, ed è impossibile sbagliarsi quando la notte del 15 agosto, unico giorno dell'anno, si ricordano delle loro origini e danzano fino all'alba in un suggestivo combattimento rituale al ritmo incessante dei tamburelli. E sì, pagano le tasse, state tranquilli, e hanno figli - uno di loro ha un simpaticissimo bimbo di due anni che quando il padre è a far spettacolo lo guarda buono buono con due occhi così - e non li mandano certo in giro a fare gli accattoni.
Che dite, tutti i signori suddetti li chiudiamo fuorii? In fondo, si sa, sono solo zingari...