Originariamente inviata da
|.Jolly.Jester.|
discorsi del *****. scusate il termine.
Fin da piccola mi ronzava per la testa l'idea di diventare vegetariana. chiamatela come volete, capriccio, idea, cazzata, infantilismo, io la chiamo etica, e qui non si può contraddire, in quanto ogni essere razionale ha la propria. non mangio animali nè pesci, ma non rimprovero chi lo fa, nè mi rifiuto di cucinarli per i miei genitori e mio fratello che li vogliono.
dai 18 anni [6 marzo 2007] ho avuto il permesso dei miei.
ora, il concetto è: questa è un'idea della mia mente.
la mia mente vive nel e attraverso il mio corpo.
non farei mai del male intenzionale al mio corpo.
per questo non sono vegana, cioè mangio uova e latticini: così da poter mantenere un regime equilibrato pur non nutrendomi delle cose che al gusto sono deliziose ma di per sè mi fa impressione ingerire.
questo era il patto coi miei: se ad un anno dalla scelta delle opportune analisi del sangue avessero rilevato carenze, sarei tornata a mangiare carne. questo anche se fossi dimagrita o comunque se avessi avuto danni a livello fisico.
essere vegetariani non danneggia nel fisico, affatto: è sufficiente sapersi nutrire, ma questo varia da persona a persona. non sono dimagrita nè deperita: sono normalissima.
l'etica deve rispettare i limiti della salute, o diventa ossessione: ad esempio, se prima o poi rimanessi incinta, mi riabituerò man mano alla carne ed al pesce per poter dare al feto tutto ciò di cui ha bisogno nel modo più semplice possibile, ma poi tornerei al mio solito regime -e non lascerei che facesse una scelta come la mia se non dopo essersi sviluppato e raggiunto la forma adulta, prenderei anch'io cioè i 18 anni come misura.
non c'è nulla di strano, sbagliato, masochistico o assurdo. sono scelte e basta.