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Risultati del sondaggio: Insegnamento del dialetto a scuola : Pro o Contro?

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Insegnamento del dialetto a scuola : Pro o Contro?

  1. #11
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
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    I dialetti non hanno grammatiche.
    Altrimenti non sono dialetti.
    E TUTTI i dialetti sono lingue.

    La differenza non è nella definizione di lingue. Sia i dialetti che le "lingue" come normalmente le intendiamo sono la stessa cosa. La differenza è che il dialetto è meno prestigioso e non ha una grammatica che ne fissi le regole e ne limiti l'evoluzione.

    Vi prego, non dite grammatica del dialetto, la piccola linguista dentro di me protesta

    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

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  3. #12
    Sei colori in cerca di autore Randy Mellons
    Uomo 124 anni
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    I dialetti non hanno grammatiche.
    Altrimenti non sono dialetti.
    E TUTTI i dialetti sono lingue.

    La differenza non è nella definizione di lingue. Sia i dialetti che le "lingue" come normalmente le intendiamo sono la stessa cosa. La differenza è che il dialetto è meno prestigioso e non ha una grammatica che ne fissi le regole e ne limiti l'evoluzione.

    Vi prego, non dite grammatica del dialetto, la piccola linguista dentro di me protesta
    @Holly guarda che alcuni dialetti le regole le hanno eccome. E sono diverse dalla grammatica italiana, non basta tradurre le perole in dialetto e usare le stesse regole. Solo perché di solito il dialetto è usato dagli ignoranti (che non sanno parlare bene nè italiano nè in dialetto) non significa che quest'utlimo non abbia una grammatica che ne fissil le regole.

  4. #13
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
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    Quote Originariamente inviata da Randy Mellons Visualizza il messaggio
    @Holly guarda che alcuni dialetti le regole le hanno eccome. E sono diverse dalla grammatica italiana, non basta tradurre le perole in dialetto e usare le stesse regole.
    Ma questo lo so benissimo. Io per grammatica intendo la manualistica che fissa e regola una lingua (e che è uno dei motivi per cui una lingua acquista prestigio).
    La differenza fondamentale fra una lingua e un dialetto (sebbene i dialetti siano delle lingue a tutti gli effetti) si trova in cause sociolinguistiche (il prestigio, appunto) e nel fatto che il dialetto non è fermato nella sua mutazione da regole fisse e stabilite come quelle grammaticali ^^

    Il lessico poi è la parte più effimera di una lingua. Quel che caratterizza veramente una lingua è l'organizzazione sintattico-morfologica interna.

    Inoltre, essendo la lingua un filtro per decodificare la realtà. non è possibile compiere delle traduzioni perfette, in nessun caso
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  5. #14
    Sei colori in cerca di autore Randy Mellons
    Uomo 124 anni
    Iscrizione: 6/2/2011
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    Se permetti io del prestigio me ne sbatto. Il mio è un vezzo estetico. Ci sono alcuni dialetti bellissimi, altri davvero brutti e parlo proprio di organizzazione sintattica, di come vengono strutturate e concepite le frasi.
    E sai che chi ti parla non è il cafone di turno.

  6. #15
    ... SteekHutzee
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 19/7/2008
    Messaggi: 16,202
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    ripeto il napoletano è una lingua Lingua napoletana - Wikipedia con una sua grammatica e regole ferree.

    L’Unesco riconosce il napoletano come lingua, e non dialetto, seconda solo all’italiano per diffusione tra quelle parlate nella penisola. Sicuramente si tratta dell’idioma italico più esportato e conosciuto grazie alla canzone classica partenopea, una delle maggiori espressioni artistiche della cultura occidentale che da più di un secolo diffonde in tutto il mondo la bellezza della parlata napoletana. Una lingua romanza che, nelle sue variazioni, si parla correntemente nell’alto casertano, nel sannio, in irpinia, nel cilento, e nelle zone più vicine di Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise e Puglia, ovvero tutti quei territori che nelle antiche Due Sicilie costituivano il Regno al di qua del faro di Messina laddove la lingua nazionale era appunto il Napolitano, mentre il Siciliano era la lingua nazionale del Regno al di la del faro (Sicilia).
    Nonostante la meritoria e imponente opera dei grandi scrittori e compositori di musica napoletana classica, dal 1860 in poi, con la perdita d’identità del popolo meridionale, il Napoletano è però purtroppo andato sempre più degradando e oggi si sta trasformando volgarmente per molteplici cause. Prima fra tutte la mancata valorizzazione e il negato insegnamento che stanno mistificando la grammatica e la pronuncia di questa meravigliosa lingua riconosciuta dall’Unesco ma non dallo stato italiano. Di qui, dunque, l’aggressione delle contaminazioni moderne fatte di un volgare slang giovanile e di vocaboli stravolti nel significato. Ad esempio, un vocabolo come “vrénzola”, ossia “cosa da poco (sta ascénno ‘na vrenzola ‘e sole), è stato tristemente trasformato in indicazione di donna volgare.
    Iniziative a tutela provano a metterle in piedi timidamente le istituzioni locali e nella seduta del 14 Ottobre 2008, il Consiglio Regionale della Regione Campania approvò un disegno di legge d’iniziativa provinciale sotto titolo “Tutela e valorizzazione della lingua napoletana”. La risoluzione attende però di trovare il suo seguito con adatte soluzioni strutturali che permettano ai più giovani di imparare grammatica, ortografia e dizione corrette.
    Provate a chiedere a un napoletano, per esempio, la differenza tra apostrofo e aferesi, elementi cardini della scrittura partenopea.
    Probabilmente resterà muto al sentire la seconda, ovvero quel segno diacritico che deve precedere un articolo determinativo. E qui si presenta il più frequente degli errori di scrittura oggi ravvisabili sulle insegne e sui manifesti pubblicitari in napoletano: l’articolo “il”, che si traduce in “lo” per poi divenire tronco ponendovi l’aferesi, appunto, che ne cancella la consonante iniziale, viene frequentemente scritto o’, con l’apostrofo dopo la o che segnala un’elisione inesistente, mentre andrebbe scritto ‘o, con l’aferesi che invece cancella la consonante iniziale e la sua pronuncia nella parola.
    È un piccolo ma significativo esempio a cui a cascata ne potrebbero seguire tantissimi. E allora, per dare un senso didattico a questo scritto, prendo a spunto un’insegna , come tante se ne vedono al centro di Napoli, che è l’esatta fotografia di questa perdita di patrimonio linguistico.
    Vi si legge “A’ TAVERNA DO’ RÈ”, e chi conosce e ama la lingua di Partenope non può non trasalire. Sei errori sei in una sola stringata frase! Va detto subito che la forma grammaticale napoletana corretta è: ‘A TABERNA D’ ‘O RRE. E vediamo perché.
    Come detto, l’articolo determinativo “la” diventa tronco e vi si pone l’aferesi che cancella la consonante iniziale, non l’apostrofo dopo la a. La parola “Taverna” in Napoletano è più correttamente tradotta in “Taberna”, vocabolo derivante dalla lingua spagnola; ma questa è poca cosa di fronte alla preposizione articolata “del” che in napoletano diventa “d’ ‘o”, ovvero “de lo” in cui si pone l’apostrofo dopo la d che sancisce l’elisione della o e la dizione tronca, nonchè l’aferesi prima della o (vale il discorso dell’articolo “la”). Infine, in molti casi, l’articolo determinativo singolare maschile fa raddoppiare la consonante della parola che segue per indicarne e sottolinearne la dizione corretta, come nel caso di “il Re” che diventa ‘o Rre e non ‘o Ré con una sola erre e con l’improprio accento sulla e.
    Lingua Napoletana, patrimonio Unesco da proteggere
    e non sto diceno che è bello da sentire e robe varie, me ne sbatto.
    ma è una lingua.

    mesi fa lessi un sito che settimna dopo settimana faceva lezioni di napoletano insegnando le regole grammaticali (tipo il link di sopra)
    ma non ho salvato i link purtroppo

  7. #16
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
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    Io non sto infatti giudicando assolutamente i gusti personali e la bellezza di una lingua. Secondo alcuni il tedesco è brutto, ma questo non vuol dire che non sia prestigioso!

    Io sto facendo un discorso diverso.
    Io non sono informata a riguardo, infatti a me pare che il discorso venga buttato sul napoletano in quanto tale e non sul mio discorso generico: i dialetti sono tutti delle lingue, ma, a differenza delle lingue sono privi di prestigio e di una grammatica che ne limiti l'evoluzione.
    Ora, di questo sono certa come della morte. E - proprio per argomentare di più la tesi - ti dico che nell'accezione saussuriana di lingua (e ripeto, mi riferisco al solo Saussure, Corso di Linguistica Generale, 1916) è la realizzazione della facoltà di linguaggio. Osservato in questi termini è ovvio che tutti i dialetti siano delle lingue, ma c'è anche qualcosa di cui mancano per essere considerati delle lingue "alte".

    Per quanto riguarda la pagina wikipedia, come al solito per le faccende linguistiche mi metto le mani nei capelli. E per quanto riguarda la pagina del non-attendibile napoli.com non capisco cosa ci sia di strano e di contraddittorio con quello che ho detto.
    Ti sta dicendo che è una Lingua perché ha una grammatica che ne regoli l'evoluzione.

    A me pare che qui però il napoletano c'entri poco. Viene chiesto se sia giusto insegnare i dialetti a scuola. No, la dialettologia è materia universitaria.
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  8. #17
    Sei colori in cerca di autore Randy Mellons
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    @Holly che siamo tutti - te compresa - Off Topic non ci piove. La mia risposta era sul tuo categorico i dialetti non hanno grammatica. Il fatto che non siano prestigiosi non significa che non abbiano grammatica. Io adoro l'Italiano, così come sono in grado di apprezzare il dialetto. Alcune poesie in dialetto sono fenomenali, e credo che nessuno leggendole andrà a pensare il prestigio.
    Probabilmente tu, visto che studi questo, hai una considerazione diversa del termine grammatica, gli dai un significato tutto tuo, probabilmente anche più giusto per carità. Io te la semplifico così, immaginando di trovarmi davanti una persona che conosce vita morte e miracoli del mio dialetto (visto che è l'unico che conosco) vorrei poter scrivere in maniera tale che questa persona non mi faccia notare errori grammaticali (nel significato più "umile" che si può dare al termine errore grammaticale). Sul napoletano non mi esprimo, non l'ho nominato in nessuno dei miei post.
    Perché presupponendo che il dialetto non ha grammatica, mi basterebbe scrivere una frase in italiano e sostituire ogni vocabolo con il corrispettivo in dialetto. Qualcosa mi dice che non ne verrebbe fuori una gran cosa.

    Il discorso che vuoi fare tu è diverso, ma proprio perché è diverso, non c'entra nulla con quello che ti sto spiegando io, ne con il topic in sè. Anche perché se noti bene io ho proprio esordito che sono contrario all'insegnamento a scuola.

  9. #18
    FdT-dipendente topino1
    Uomo 50 anni
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    Quote Originariamente inviata da DoroDanGo Visualizza il messaggio
    Il napoletano è una lingua a tutti gli effetti con una sua grammatica. anche l'UNESCO l'ha riconosciuta e definita patrimonio da proteggere.
    È vero quello che dici,ma l'unico dialetto esistente che è completamente una lingua a se è il sardo..

  10. #19
    ... SteekHutzee
    Uomo 35 anni
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    ho messo in mezzo il napoletano perchè so che viene definita lingua anche dall'unesco e perchè per "vicinanza" ho piu fonti da recuperare. se ci sono altri dialetti che possono portare altra "legna da ardere" ben venga.

    non capisco il discorso sul prestigio sinceramente. cosa centra ? e nemmeno come faccia un dialetto ad avere prestigio e altri no e poi rispetto a che cosa ? su che base ?
    ma anche una lingua ufficiale e riconosciuta. come fa ad avere prestigio?

    c'è da dire che i dialetti essendo legati al territorio e non "ufficializzati e promossi" non possono diventare delle vere e proprie lingue (per il significato che noi associamo al termine lingua)

    la loro forza sta proprio nel fatto che anche se c'è una lingua nazionale resistono e non scompaiono e in molte zone si parlano correntemente da sembrare delle vere e proprio lingue ufficiali. e se vogliamo pensare l'italia come una massa di molte parti (piu di 20) allora si, i dialetti (e le varianti) sono delle lingue. regionali, provinciali, cittadine. ma pur sempre lingue vere e proprie. che solo per motivi "decisionali" non sono potute diventare lingue ufficiali . poi ci sono alcune più "ricche, sviluppate e articolate" e altre meno

    sono sicuro che qualche dialetto "italiano" è numericamente e temporalmente piu parlato di lingue ufficiali riconosciute

    non ho capito poi il passaggio sul "poco attendibile" napoli.com (che poi il link non è di napoli.com). un giornalista è attendibile solo se del corriere della sera o simili ?

  11. #20
    ... SteekHutzee
    Uomo 35 anni
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    Quote Originariamente inviata da topino1 Visualizza il messaggio
    È vero quello che dici,ma l'unico dialetto esistente che è completamente una lingua a se è il sardo..
    spiegamelo. perchè può essere ma ripondere senza argomentare non fa capire a chi non sa

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