Maestro unico, ma solo "su richiesta". Ecco come cambia la scuola.
Nè marcia indietro, nè dietrofront sulla scuola. Resta confermato che dal prossimo anno scolastico l'insegnamento alle scuole elementari verrà affidato ad un unico insegnante per 24 ore settimanali. Le famiglie potranno comunque scegliere modelli di orario diversi ivi compreso il tempo pieno. A precisarlo il ministro Gelmini. Il maestro unico è stato uno dei punti più caldi e contestati della Riforma Gelmini. Per alcuni la monodocenza è un ritorno alla scuola gentiliana, una coda d'antan come il grembiulino, altri lodano l'efficacia a livello didattico. In sostanza il maestro unico alle elementari sarà attivato su richiesta delle famiglie. Il governo si impegnerà a rendere facoltativo il provvedimento, tenendo conto delle specifiche richieste delle famglie nella scuola primaria.
Originariamente il decreto legge, licenziato in consiglio dei ministri, prevedeva l'abolizione, a partire al prossimo anno, del team di insegnanti alle elementari (ora sono tre per due classi) e l'istituzione dell'insegnante prevalente.
L'assetto delle nuova scuola primaria cambierà a partire dal 2009-2010. Viene invece posticipata di un anno la riforma delle superiori: la decisione, giunta inaspettata, non dovrebbe comportare però particolari stravolgimenti rispetto a quanto annunciato.
Gli altri provvedimenti
Cambia l'orario scolastico. Ci sarà una riduzione delle ore settimanali (29-30 nei licei, non più di 32 per tecnici e professionali), l'accorpamento delle classi di concorso dei docenti, utilizzo di quelli soprannumerari su incarichi compatibili con le loro competenze rimangono in piedi. Potrebbero arrivare delle modifiche, alla luce della indicazioni delle parti sociali, che hanno incontrato il ministro.
"Sul secondo ciclo - hanno fatto sapere del Ministero della Pubblica Istruzione - si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti: i punti principali della riforma sono lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie". Il rinvio al 2010 diventa poi indispensabile per consentire una migliore assimilazione e metabolizzazione dei cambiamenti e dei nuovi indirizzi: in particolare, sul secondo ciclo si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti. A settembre 2009 partirà invece la riforma delle medie, con la variazione dell'incremento a 30 ore settimanali contro le 29 inizialmente indicate. Tutto immutato, invece, per la scuola d'infanzia che mantiene l'attuale assetto con due docenti su 40 ore settimanali.
Le reazioni
Soddisfatti i sindacati della scuola. Dopo il 'muro contro muro' delle scorse settimane sembra così prevalere la linea del dialogo. Un concetto confermato anche dal ministro Gelmini, che in precedenza aveva aperto anche un filo diretto online con gli studenti in rivolta: "si apre con i sindacati una positiva fase di confronto su come applicare al meglio questi cambiamenti - ha detto il responsabile dell'Istruzione - che porteranno maggiori opportunità per le famiglie grazie al riordino degli istituti tecnici, alla riorganizzazione del sistema dei licei e - conclude il ministro - ad una maggiore attenzione alle richieste del mercato del lavoro".
Resta da vedere, ora, se i buoni propositi espressi oggi vengano confermati 'in toto' all'interno dei regolamenti attuativi che verranno presentati il 18 dicembre al Cdm: sarà quella la vera prova del nove del rinnovato rapporto governo-sindacati. "Siamo di fronte ad un'altra gigantesca marcia indietro del governo sulla scuola. Quindi erano reali, del tutto motivate e niente affatto ideologiche le ragioni della nostra posizione e delle proteste nel Paese". Lo sottolinea in una nota Mariangela Bastico, ministro degli Affari regionali nel governo ombra del Partito democratico. Anche se è più che un sospetto il ripensamento, dopo le tante proteste che si sono scatenate in questi mesi.
Fonte: Virgilio.it
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