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Liberalizzazioni

  1. #1
    Randagio
    Utente cancellato

    Predefinito Liberalizzazioni

    Cosa ne pensate delle liberalizzazioni?'?




    Io onestamente non so che pensare..... bho...

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  3. #2
    Scrivano Lucien
    Uomo 39 anni da Imperia
    Iscrizione: 10/10/2008
    Messaggi: 2,441
    Piaciuto: 655 volte

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    Che finché non mi toccano l'acqua, che deve restare pubblica, sono sacrosante, è il modo per dare concretezza al proposito che i sacrifici li devono fare tutti. Era da un bel pezzo che bisognava demolire cartelli tipo le assicurazioni e i petrolieri, ma temo anche che Monti non ce la farà, si mette contro troppe entità troppo potenti.

  4. #3
    Randagio
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Lucien Visualizza il messaggio
    Che finché non mi toccano l'acqua, che deve restare pubblica, sono sacrosante, è il modo per dare concretezza al proposito che i sacrifici li devono fare tutti. Era da un bel pezzo che bisognava demolire cartelli tipo le assicurazioni e i petrolieri, ma temo anche che Monti non ce la farà, si mette contro troppe entità troppo potenti.
    effettivamente speravo anche io di vedere assicurazioni e Notai sopratutto...

  5. #4
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
    Iscrizione: 28/4/2011
    Messaggi: 1,233
    Piaciuto: 137 volte

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    Se finisce come per le autostrade, dove abbiamo sostituito un monopolista pubblico con piccoli monopolisti privati altrettanto parassitari, beh, allora non serve a niente(*). Noi siamo specializzati nel cambiare tutto in modo tale che non cambi niente.

    (*)Intendo cose tipo queste:
    Corsera: Il governatore: «Gestori autostradali che si mettono via i soldi» La replica: «Nel 2009 abbiamo investito 1,3 miliardi di euro»

    E comunque, l'uomo Monti a me piace tanto. Penso che dai tempi di De Gasperi, niente del genere sia mai più stato fatto avvicinare a Palazzo Chigi.



  6. #5
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
    Iscrizione: 28/4/2011
    Messaggi: 1,233
    Piaciuto: 137 volte

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    E, più in generale, penso che anche qui vale la regola calcistica degli arbitri:

    "Se uno fa inca$$are tutti, vuol dire che ha fatto le cose secondo giustizia..."




  7. #6
    Matricola FdT TwitterFalck
    Uomo 55 anni da Sassari
    Iscrizione: 26/12/2010
    Messaggi: 52
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    Esce in tv Monti è ci dice che quello che sta realizzando con il suo governo (impostoci in modo brutale) è Equo !

    Per Lui è Equo non andare a incassare la pensione per intero .....
    Per Lui è equo fare delle liberalizzazioni dei tassisti ,quasi che questi siano il Problema dei Problemi per uscire dalla crisi mondiale che nessuno ha voluto o provocato in Italia ..

    Ma vi domandate ...come mai non urlano o si strappano le vesti i vari Tronchetti Provera (Pirelli ) ,I Ferrero, I Benetton ,I Barilla, i Montezemolo ,Della Valle ,Marcegaglia ,,ecc ecc ?????


    Cioè credo e ditemi se sbaglio ,sono loro che devono pagare !

    Che cacchio c'entra la gente che con la Borsa e con le grandi banche e con le loro perdite....... non c'entrano nulla !

    Che c'è di Equo se chi si lamenta attualmente di questo Governo del "facciamo tutto bene Noi "....non sono proprio quelli che non hanno mai pagato, e cioè i Ricchi Milionari !!!

  8. #7
    Matricola FdT
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 16/4/2012
    Messaggi: 11
    Piaciuto: 0 volte

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    Io onestamente non so che pensare..

  9. #8
    Anomalia
    Donna 33 anni da Forlì-Cesena
    Iscrizione: 25/12/2006
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    Come ogni strategia, anche quella delle liberalizzazioni ha dei pro e contro da pesare.
    A parer mio personale, una strategia efficace non può essere né esclusiva né oggetto di generalizzazioni. Ogni aspetto deve essere, per di più, analizzato come assestante e strutturato secondo le proprie esigenze e possibilità.

    Per esempio, se parliamo di merce come i generi alimentari, la liberalizzazione e la privatizzazione sono più dannose che utili. Da una parte si ha il ribasso del prezzo di fronte alla competizione, favorendo la tasca dei consumatori, ma dall'altra parte abbiamo conseguenze sfavorevoli per le tasche dello Stato. Proporzionalmente al ribasso del prezzo della merce si ha la riduzione della qualità del prodotto.
    Prendiamo come esempio gli Stati Uniti: milioni di persone riescono a mangiare con pochi dollari, ma a lungo andare diventano obesi o diabetici. Il sistema sanitario degli Stati Uniti è solo parzialmente pubblico, per cui quando questi soggetti arrivano a condizioni salutari gravi o croniche è la Social Security che deve sostenere i costi altissimi per chi non ha l'assicurazione sanitaria perché non riesce a permettersela.
    Quest'evenienza si può evitare con controlli rigidi e severi, ma le imprese private vogliono pochi o nulli controlli (se non quelli riguardanti il loro marchio) perché sostengono che essi frenano la libera impresa.
    Nei settori più "sensibili" la liberalizzazione potrebbe essere una buona scelta, a condizione che venga affiancata da intensivi controlli; altrimenti si ha un beneficio economico dei pochi (soci) a scapito del cittadino.
    In altri settori (es. quello tecnologico), le liberalizzazioni sarebbero un ottimo incentivo per il progresso e l'occupazione.

    D'altro canto, la nazionalizzazione non è un male da combattere.
    Non è detto che l'impresa privata sia meglio di quella pubblica. Lo è quando è amministrata da personale competente, altrimenti la differenza non vi è.
    Grandi banche degli Stati Uniti come Fanny Mae e Freddy Mac sono state nazionalizzate nel 2008, in procinto di fallire. Risultato? Fallimento evitato, e le conseguenze di un tale evento non ricadono per gravare sul piano socio-economico.
    In Cina la sfera privata è limitatissima, eppure negli ultimi anni ha visto una crescita economica che potrebbe far invidia a qualsiasi paese occidentale liberalizzato.

  10. #9
    Vivo su FdT Rocknrolf
    Uomo 37 anni da Milano
    Iscrizione: 29/9/2010
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    Quote Originariamente inviata da Anomalia Visualizza il messaggio
    Come ogni strategia, anche quella delle liberalizzazioni ha dei pro e contro da pesare.
    A parer mio personale, una strategia efficace non può essere né esclusiva né oggetto di generalizzazioni. Ogni aspetto deve essere, per di più, analizzato come assestante e strutturato secondo le proprie esigenze e possibilità.

    Per esempio, se parliamo di merce come i generi alimentari, la liberalizzazione e la privatizzazione sono più dannose che utili. Da una parte si ha il ribasso del prezzo di fronte alla competizione, favorendo la tasca dei consumatori, ma dall'altra parte abbiamo conseguenze sfavorevoli per le tasche dello Stato. Proporzionalmente al ribasso del prezzo della merce si ha la riduzione della qualità del prodotto.
    Prendiamo come esempio gli Stati Uniti: milioni di persone riescono a mangiare con pochi dollari, ma a lungo andare diventano obesi o diabetici. Il sistema sanitario degli Stati Uniti è solo parzialmente pubblico, per cui quando questi soggetti arrivano a condizioni salutari gravi o croniche è la Social Security che deve sostenere i costi altissimi per chi non ha l'assicurazione sanitaria perché non riesce a permettersela.
    Quest'evenienza si può evitare con controlli rigidi e severi, ma le imprese private vogliono pochi o nulli controlli (se non quelli riguardanti il loro marchio) perché sostengono che essi frenano la libera impresa.
    Il settore della grande distribuzione è uno dei più liberalizzati eppure non mi pare che in Italia ci siano le stesse condizioni degli Stati Uniti. Gli States sono una realtà a sè stante dal punto di vista delle abitudini alimentari, credo che gli americani siano il popolo con meno cultura alimentare di tutta la terra. In nessun altro paese del mondo i fast food hanno una tale rilevanza nell'alimentazione. E' vero che una riduzione del prezzo esasperata coincide con una diminuzione con una riduzione della qualità ma le abitudini alimentari sono difficili da estirpare. Sugli scaffali dei supermercati è pieno di prodotti a bassissimo prezzo a cui, talvolta, si accompagna una qualità appena sufficiente (ad esempio i prodotti private label) eppure quando vado a fare la spesa vedo che gli italiani sono restii a rinunciare totalmente alla qualità per puntare sul risparmio.

    Nei settori più "sensibili" la liberalizzazione potrebbe essere una buona scelta, a condizione che venga affiancata da intensivi controlli; altrimenti si ha un beneficio economico dei pochi (soci) a scapito del cittadino.
    In altri settori (es. quello tecnologico), le liberalizzazioni sarebbero un ottimo incentivo per il progresso e l'occupazione.
    A quali settori ti riferisci ? Se alla liberalizzazione affianchi dei controlli intensivi difficilmente il consumatore potrà trarne dei benefici. Il rischio è quello di avere dei prezzi privati competitivi e dei costi pubblici esorbitanti.

    D'altro canto, la nazionalizzazione non è un male da combattere.
    Non è detto che l'impresa privata sia meglio di quella pubblica. Lo è quando è amministrata da personale competente, altrimenti la differenza non vi è.
    Grandi banche degli Stati Uniti come Fanny Mae e Freddy Mac sono state nazionalizzate nel 2008, in procinto di fallire. Risultato? Fallimento evitato, e le conseguenze di un tale evento non ricadono per gravare sul piano socio-economico.
    In Cina la sfera privata è limitatissima, eppure negli ultimi anni ha visto una crescita economica che potrebbe far invidia a qualsiasi paese occidentale liberalizzato.
    La crescita della Cina non è certo dovuta al controllo statale o ai suoi piani quinquennali.
    A Zeitgeist piace questo intervento

  11. #10
    Anomalia
    Donna 33 anni da Forlì-Cesena
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    Quote Originariamente inviata da Rocknrolf Visualizza il messaggio
    Il settore della grande distribuzione è uno dei più liberalizzati eppure non mi pare che in Italia ci siano le stesse condizioni degli Stati Uniti. Gli States sono una realtà a sè stante dal punto di vista delle abitudini alimentari, credo che gli americani siano il popolo con meno cultura alimentare di tutta la terra. In nessun altro paese del mondo i fast food hanno una tale rilevanza nell'alimentazione. E' vero che una riduzione del prezzo esasperata coincide con una diminuzione con una riduzione della qualità ma le abitudini alimentari sono difficili da estirpare. Sugli scaffali dei supermercati è pieno di prodotti a bassissimo prezzo a cui, talvolta, si accompagna una qualità appena sufficiente (ad esempio i prodotti private label) eppure quando vado a fare la spesa vedo che gli italiani sono restii a rinunciare totalmente alla qualità per puntare sul risparmio.
    La crisi economica, la recessione, il non riuscire ad arrivare a fine mese è un fenomeno relativamente recente in Italia, a differenza degli Stati Uniti. Tuttavia, anche nel resto del mondo continuano a spuntare, come funghi, diversi McDonalds, Burger King, American Graffiti e altre filiali di multinazionali del pasto veloce. Le persone hanno sempre meno tempo da ritagliarsi per prepararsi un pasto sano e nutriente tra le mura di casa propria, e quando si ha un'ora-due di pausa pranzo al lavoro e si abita a mezz'ora dal posto di lavoro, ci si unisce inconsapevolmente alla parata della cattiva cultura alimentare.
    Chi ha tempo di fare quella spesa e di dedicare tempo alla cura dell'arte culinaria a dovere, spesso non ha molte risorse a disposizione e sceglie di prendere prodotti di minore qualità per riuscire a prenderne in quantità bastanti per arrivare alla prossima paga/pensione.
    La situazione italiana non è ancora grave quanto quella degli Stati Uniti, ma è sulla buona strada.

    Quote Originariamente inviata da Rocknrolf Visualizza il messaggio
    A quali settori ti riferisci ? Se alla liberalizzazione affianchi dei controlli intensivi difficilmente il consumatore potrà trarne dei benefici. Il rischio è quello di avere dei prezzi privati competitivi e dei costi pubblici esorbitanti.
    Controlli e liberalizzazioni sono due opposti incapaci di coesistere, questo è chiaro, punto in meno per le liberalizzazioni.
    In un insieme integrale, le liberalizzazioni giovano poco al consumatore in ogni caso: si ha il prezzo più basso, ma anche qualità più scarsa, ripeto. Mi riferisco al settore alimentare, sopracitato, per motivi già elencati; mi riferisco anche alle farmacie, gli avvocati e professioni che richiedono competenze specifiche in generale. Con la loro liberalizzazione si producono forme di concorrenza selvaggia a scapito della professionalità e la qualità del servizio, spogliando il mestiere della sua essenza e riducendolo al mero prodotto affaristico gestito dal capitale.

    Quote Originariamente inviata da Rocknrolf Visualizza il messaggio
    La crescita della Cina non è certo dovuta al controllo statale o ai suoi piani quinquennali.
    No, è dovuta al fatto che chi ruba dallo Stato viene fucilato.

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