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Nobel per la letteratura a Herta Muller

  1. #1
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito Nobel per la letteratura a Herta Muller

    (ANSA) - ROMA, 8 OTT - Herta Muller ha vinto il Nobel per la letteratura. E' nata nel 1953 a Nitzkydorf nel Banato Svevo, regione tedesca passata sotto la Romania.E'legata a un gruppo di scrittori che praticava la letteratura come opposizione al regime di Ceausescu.''Con la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il panorama dei diseredati''. Questa la sintetica motivazione, sul sito dell'Accademia di Svezia. In italiano esiste il romanzo 'Il paese delle prugne verdi' edito da Keller e un racconto.





    Solo io non l'ho mai sentita nominare questa tizia?

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  3. #2
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
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    no, siamo in due O.o
    e il fatto che SOLO un libro sia tradotto in italiano mi lascia perplessa alquanto
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  4. #3
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
    Iscrizione: 29/1/2009
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    Ha lo stesso cognome di quello dello Yogurt...è già un qualcosa, no?!?

  5. #4
    Sempre più FdT Haydée ~
    Donna 32 anni
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    Siamo in tre

  6. #5
    Overdose da FdT
    Donna 31 anni da Estero
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    Piaciuto: 4 volte

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    Quote Originariamente inviata da Haydée ~ Visualizza il messaggio
    Siamo in tre

    Quattro

  7. #6
    Assuefatto da FdT
    Donna 41 anni da Forlì-Cesena
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    Cinque

  8. #7
    Zeitgeist
    Utente cancellato

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    Professoressa Barbu, chi è Herta Müller e qual è la sua storia?

    Herta Müller è una scrittrice romena di lingua tedesca. È nata in una regione a ovest del Paese chiamata Banat in un paesino nei pressi della città di Timisoara, dove è scoppiata la rivoluzione romena dell’ ’89. Già questo dato ci dice moltissimo sull’ambito nel quale si è formata la sua coscienza civica. La lotta politica e la sua identità sono le grandi problematiche che affliggono la vita di questa scrittrice: è una tedesca nata in Romania o una romena di lingua tedesca? In una delle sue poesie un brano recitava «porto sempre come una pietra sulle spalle: la mia lingua tedesca nella mia patria natale». A questo si aggiunge il fatto di non parlare nemmeno un tedesco considerato standard, ma piuttosto dialettale.

    Per quello che concerne il rapporto con il regime?

    La Müller è nata in una famiglia che porta su di sé tutte le tracce delle sofferenze arrecate dal regime, una storia molto travagliata. Sua madre, in quanto di etnia tedesca, venne deportata nel novembre del ’45 in Unione Sovietica dove rimase a lavorare per cinque anni in un campo di prigionia femminile. Suo padre, anch’egli della stessa origine, venne chiamato nell’esercito romeno, ai tempi alleato con la Germania nazista, a combattere con le SS sul fronte occidentale. Queste radici affondate nella storia delle due più terribili esperienze totalitarie ci possono ben far comprendere come una ragazza poteva vivere e giudicare un regime. Nell’età dell’adolescenza Herta divenne membro di un gruppo di dissidenza locale che si chiamava Actionsgruppen. Per questo motivo l’attenzione della polizia segreta comunista romena, la securitate, si concentrò su di lei. Negli anni ’80 venne espulsa dal Paese e costretta ad emigrare in Germania.

    Le è andata anche fin troppo bene, o no?

    Sì. Anche se in tutti i suoi romanzi, che sono quasi sempre autobiografici, non dà mai dettagli circa la vicenda della sua partenza e del suo esilio.
    Anche adesso la Müller sostiene che la Romania non sia un paese libero.

    Per quale motivo?

    Verso la fine degli anni ’90 tornò in Romania dall’esilio. Avvennero strani incidenti. Molti giornalisti che dovevano intervistarla le hanno rivelato di essere stati seguiti dalla polizia romena, dai servizi interni. Questa notizia, comprensibilmente, la irrigidì parecchio e non rilasciò interviste. Abbandonò quasi immediatamente il Paese, sebbene il regime comunista non ci fosse più da un pezzo.

    La motivazione del conferimento del premio Nobel recita “per aver descritto il paesaggio dei diseredati”, non le sembra troppo poco? Cos’altro ha descritto la Müller?

    Be’ in realtà i suoi romanzi sono famosissimi anche perché hanno come argomento centrale il tema dell’immigrazione che è molto attuale in Germania dove hanno un’immigrazione molto forte di musulmani, ma soprattutto di genti dell’Europa orientale. Questo tema dello sradicamento è in effetti, insieme a quello del totalitarismo, uno dei due principali filoni dei suoi romanzi e della sua opera poetica

    Quali altri autori hanno descritto con efficacia gli effetti del regime comunista in Romania?

    Mi viene in mente la sua amicizia con un altro scrittore della sua città, Wilhelm Totok. La Müller e Totok dopo gli anni ’90 si sono molto coinvolti nel processo di decomunistazione della Romania prendendo posizioni politiche, intervenendo sulla stampa, incidendo sull’opinione pubblica, con interviste sui media. Sui diritti delle minoranze e memoria del totalitarismo hanno dedicato gran parte dei loro scritti e del loro tempo. Lo hanno fatto principalmente perché, dopo Ceausescu, la storia del comunismo in Romania è stata affrontata molto male. Manca un lavoro di memoria per le resistenze di istituzioni e di politici.

    A questo proposito: spesso nei paesi ex comunisti si assiste al fenomeno della cancellazione del proprio passato totalitario. Stando a quanto lei afferma avviene lo stesso in Romania.

    C’è stata una forte resistenza alla condanna del regime e un vero processo al comunismo non è mai stato fatto in nessun Paese dell’Europa dell’est. Questo è uno dei punti molto critici del dibattito politico attuale e anche del cammino sulla via della democrazia. In tutti i paesi dell’est sono uscite istituzioni che intendono tramandare la memoria e la condanna del comunismo: ricerche, archivi, riviste e anche testi scolastici. Finalmente questo approccio alla storia del totalitarismo è cominciato anche da noi, ma siamo ancora molto in ritardo rispetto ad altri paesi come la Polonia o la Repubblica Ceca. Una legge è stata promulgata nel ’97 per impedire di affidare cariche pubbliche agli ex ufficiali della polizia politica passata. Si pensi che è passata solo nel 2001 ed è stata gravemente amputata dal parlamento perché si volevano proteggere molte persone. Fino ad adesso gli elenchi di questi ufficiali non sono stati ancora pubblicati. I giudici e i tutori del regime comunista non hanno avuto conseguenze penali per le loro azioni criminose.

    Quindi non sembra una brutta notizia che il Nobel sia stato assegnato a Herta Müller.

    No, infatti. Questo incoraggia il processo di una memoria che deve essere trasmessa alle generazioni che non hanno conosciuto il comunismo. Herta Müller era già stata candidata per un Nobel nel 1999, ma allora si ritenne inopportuno. La coscienza di quello che è stato il comunismo sta affiorando pian piano anche nell’Europa Occidentale dove è sempre più motivo di dibattito culturale. È un segno importante ad esempio che l’Europa Unita abbia voluto celebrare un’unica giornata contro i totalitarismi comprendendo quello nazista e quello comunista. Diciamo che il fatto che nella sua letteratura coesista una condanna di entrambi i sistemi ha consentito che, come avvenne per Günter Grass, che cominciò a condannare anche il comunismo, si scegliesse di premiare lei. La sua opera è una comune condanna di nazismo e comunismo messi sullo stesso livello perché di medesima radice e natura criminale.

  9. #8
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito

    Continuo a non conoscerla

  10. #9
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
    Iscrizione: 29/1/2009
    Messaggi: 31,903
    Piaciuto: 9037 volte

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    Yogurt

  11. #10
    Pesciolino nell'acquario. Half shadow
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 20/7/2008
    Messaggi: 11,214
    Piaciuto: 833 volte

    Predefinito

    Uno dei tanti che non la conosce.

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