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Le nostre poesie preferite

  1. #21
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
    Iscrizione: 12/4/2009
    Messaggi: 511
    Piaciuto: 399 volte

    Predefinito

    Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
    scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
    esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
    e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.




    Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
    se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
    o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
    e recano il loro soffrire con sé come un talismano.


    Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
    sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
    e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
    schietto come la cima d'una giovinetta palma

    "Ripenso il tuo sorriso", Eugenio Montale
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  3. #22
    Matricola FdT DragonDave92
    Uomo 31 anni
    Iscrizione: 18/5/2014
    Messaggi: 42
    Piaciuto: 5 volte

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    Non so se c'è già, ma a me piace molto questa:
    Guido Guinizzelli, Io voglio del ver

    Io voglio del ver la mia donna laudare
    Ed asembrarli la rosa e lo giglio:
    più che stella diana splende e pare,
    e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

    Verde river’ a lei rasembro a l’are,
    tutti color di fior’, giano e vermiglio,
    oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
    medesmo Amor per lei rafina meglio.

    Passa per via adorna, e sì gentile
    ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
    e fa ‘l de nostra fé se non la crede:

    e no ‘lle po’ apressare om che sia vile;
    ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
    null’om po’ mal pensar fin che la vede.
    A Holly piace questo intervento

  4. #23
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
    Iscrizione: 12/4/2009
    Messaggi: 511
    Piaciuto: 399 volte

    Predefinito

    Sei la terra e la morte.
    La tua stagione è il buio
    e il silenzio. Non vive
    cosa che più di te
    sia remota dall'alba.


    Quando sembri destarti
    sei soltanto dolore,
    l'hai negli occhi e nel sangue
    ma tu non senti. Vivi
    come vive una pietra,
    come la terra dura.
    E ti vestono sogni
    movimenti singulti
    che tu ignori. Il dolore
    come l'acqua di un lago
    trepida e ti circonda.
    Sono cerchi sull'acqua.
    Tu li lasci svanire.
    Sei la terra e la morte.

    Sei la terra e la morte, Cesare Pavese

  5. #24
    Matricola FdT StefanoStark
    Uomo 33 anni
    Iscrizione: 4/9/2014
    Messaggi: 5
    Piaciuto: 1 volte

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    Canto notturno di un pastore errante dell' Asia - Leopardi
    Che fai tu, luna, in ciel dimmi, che fai,
    Silenziosa luna?
    Sorgi la sera, e vai,
    Contemplando i deserti; indi ti posi.
    Ancor non sei tu paga
    Di riandare i sempiterni calli?
    Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
    Di mirar queste valli?
    Somiglia alla tua vita
    La vita del pastore.
    Sorge in sul primo albore
    Move la greggia oltre pel campo, e vede
    Greggi, fontane ed erbe;
    Poi stanco si riposa in su la sera:
    Altro mai non ispera.
    Dimmi, o luna: a che vale
    Al pastor la sua vita,
    La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
    Questo vagar mio breve,
    Il tuo corso immortale?

    Vecchierel bianco, infermo,
    Mezzo vestito e scalzo,
    Con gravissimo fascio in su le spalle,
    Per montagna e per valle,
    Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
    Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
    L'ora, e quando poi gela,
    Corre via, corre, anela,
    Varca torrenti e stagni,
    Cade, risorge, e più e più s'affretta,
    Senza posa o ristoro,
    Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
    Colà dove la via
    E dove il tanto affaticar fu volto:
    Abisso orrido, immenso,
    Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
    Vergine luna, tale
    E' la vita mortale.

    Nasce l'uomo a fatica,
    Ed è rischio di morte il nascimento.
    Prova pena e tormento
    Per prima cosa; e in sul principio stesso
    La madre e il genitore
    Il prende a consolar dell'esser nato.
    Poi che crescendo viene,
    L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
    Con atti e con parole
    Studiasi fargli core,
    E consolarlo dell'umano stato:
    Altro ufficio più grato
    Non si fa da parenti alla lor prole.
    Ma perchè dare al sole,
    Perchè reggere in vita
    Chi poi di quella consolar convenga?
    Se la vita è sventura,
    Perchè da noi si dura?
    Intatta luna, tale
    E' lo stato mortale.
    Ma tu mortal non sei,
    E forse del mio dir poco ti cale.

    Pur tu, solinga, eterna peregrina,
    Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
    Questo viver terreno,
    Il patir nostro, il sospirar, che sia;
    Che sia questo morir, questo supremo
    Scolorar del sembiante,
    E perir dalla terra, e venir meno
    Ad ogni usata, amante compagnia.
    E tu certo comprendi
    Il perchè delle cose, e vedi il frutto
    Del mattin, della sera,
    Del tacito, infinito andar del tempo.
    Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
    Rida la primavera,
    A chi giovi l'ardore, e che procacci
    Il verno co' suoi ghiacci.
    Mille cose sai tu, mille discopri,
    Che son celate al semplice pastore.
    Spesso quand'io ti miro
    Star così muta in sul deserto piano,
    Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
    Ovver con la mia greggia
    Seguirmi viaggiando a mano a mano;
    E quando miro in cielo arder le stelle;
    Dico fra me pensando:
    A che tante facelle?
    Che fa l'aria infinita, e quel profondo
    Infinito Seren? che vuol dir questa
    Solitudine immensa? ed io che sono?
    Così meco ragiono: e della stanza
    Smisurata e superba,
    E dell'innumerabile famiglia;
    Poi di tanto adoprar, di tanti moti
    D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
    Girando senza posa,
    Per tornar sempre là donde son mosse;
    Uso alcuno, alcun frutto
    Indovinar non so. Ma tu per certo,
    Giovinetta immortal, conosci il tutto.
    Questo io conosco e sento,
    Che degli eterni giri,
    Che dell'esser mio frale,
    Qualche bene o contento
    Avrà fors'altri; a me la vita è male.

    O greggia mia che posi, oh te beata,
    Che la miseria tua, credo, non sai!
    Quanta invidia ti porto!
    Non sol perchè d'affanno
    Quasi libera vai;
    Ch'ogni stento, ogni danno,
    Ogni estremo timor subito scordi;
    Ma più perchè giammai tedio non provi.
    Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
    Tu se' queta e contenta;
    E gran parte dell'anno
    Senza noia consumi in quello stato.
    Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
    E un fastidio m'ingombra
    La mente, ed uno spron quasi mi punge
    Sì che, sedendo, più che mai son lunge
    Da trovar pace o loco.
    E pur nulla non bramo,
    E non ho fino a qui cagion di pianto.
    Quel che tu goda o quanto,
    Non so già dir; ma fortunata sei.
    Ed io godo ancor poco,
    O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
    Se tu parlar sapessi, io chiederei:
    Dimmi: perchè giacendo
    A bell'agio, ozioso,
    S'appaga ogni animale;
    Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

    Forse s'avess'io l'ale
    Da volar su le nubi,
    E noverar le stelle ad una ad una,
    O come il tuono errar di giogo in giogo,
    Più felice sarei, dolce mia greggia,
    Più felice sarei, candida luna.
    O forse erra dal vero,
    Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
    Forse in qual forma, in quale
    Stato che sia, dentro covile o cuna,
    E' funesto a chi nasce il dì natale.

  6. #25
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
    Iscrizione: 12/4/2009
    Messaggi: 511
    Piaciuto: 399 volte

    Predefinito

    Mia vita, a te non chiedo lineamenti
    fissi, volti plausibili o possessi.
    Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
    sapore han miele e assenzio.


    Il cuore che ogni moto tiene a vile
    raro è squassato da trasalimenti.
    Così suona talvolta nel silenzio
    della campagna un colpo di fucile.

    Mia vita, a te non chiedo, Eugenio Montale

  7. #26
    Veritas filia temporis Evil Fairy
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 12/7/2014
    Messaggi: 154
    Piaciuto: 81 volte

    Predefinito

    Brucia la pelle
    quel tuo sorriso beffardo,
    cresce nell'anima
    la notte che porti nel cuore,
    avvolgi le mie membra come sabbia nel deserto
    e strappi gemiti dal mio abbraccio,
    il freddo della tundra hai nel cuore,
    e ogni bacio che mi rubi
    è come un caldo soffio di neve.

  8. #27
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
    Iscrizione: 12/4/2009
    Messaggi: 511
    Piaciuto: 399 volte

    Predefinito

    Nuda sei semplice (Cento sonetti d'amore, XXVII) (Pablo Neruda)


    Nuda sei semplice come una delle tue mani,
    liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
    hai linee di luna, strade di mela,
    nuda sei sottile come il grano nudo.
    Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
    hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
    nuda sei enorme e gialla
    come l'estate in una chiesa d'oro.
    Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
    curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
    e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
    come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
    la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
    e di nuovo torna a essere una mano nuda.
    A Yvette e nali piace questo intervento

  9. #28
    Matricola FdT Anemon
    Uomo 69 anni
    Iscrizione: 18/7/2014
    Messaggi: 152
    Piaciuto: 32 volte

    Predefinito

    Posso dedicarla ad HH che, oltre a ricordarmi una delle più belle song dei Pink Floyd, mi sembra Giovanissima Donna dotata di squisita Sensibilità? ... :



    Vita Nova - XXII - Tanto gentile e tanto onesta pare


    Tanto gentile e tanto onesta pare
    la donna mia quand’ella altrui saluta,
    ch’ogne lingua deven tremando muta,
    e li occhi no l’ardiscon di guardare.

    Ella si va, sentendosi laudare,
    benignamente d’umiltà vestuta;
    e par che sia una cosa venuta
    da cielo in terra a miracol mostrare.

    Mostrasi sì piacente a chi la mira,
    che dà per li occhi una dolcezza al core,
    che ’ntender no la può chi no la prova:

    e par che de la sua labbia si mova
    un spirito soave pien d’amore,
    che va dicendo a l’anima: Sospira.



    Dante Alighieri
    A Holly piace questo intervento

  10. #29
    Seestra? Yvette
    Donna 34 anni da Estero
    Iscrizione: 4/11/2005
    Messaggi: 18,949
    Piaciuto: 2815 volte

    Predefinito

    Pablo Neruda, queste due son tratte da Venti poesie d'amore e una canzone disperata

    Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
    assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
    Il mio corpo di rude contadino ti scava
    e fa scaturire i figlio dal fondo della terra.

    Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
    e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
    Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
    come una freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

    Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
    Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
    Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
    Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

    Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
    Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
    Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
    e la fatica rimane, e il dolore infinito.

    __________________________________________________ ___________


    Pensando, intrecciando ombre nella solitudine profonda.
    Persino tu sei lontana, oh, più lontana di tutti.
    Pensando, liberando uccelli, dileguando immagini,
    sotterrando lampade.
    Campanili di nebbie, così distante, lassù in alto!
    Soffocando lamenti, macinando oscure speranze,
    silenzioso mugnaio,
    la notte cade bocconi ai tuoi piedi, lontano dalla città.
    La tua presenza mi è estranea, curiosa come quella di un oggetto.
    Penso, cammino a lungo, la mia vita prima di te.
    La mia vita prima di tutti, la mia ruvida vita.
    Il grido di fronte al mare, tra le pietre,
    che corre libero, folle, nel vapore del mare.
    La furia triste, il grido, la solitudine del mare.
    Straripante, violento, teso verso il cielo.

    Tu, donna, che cos'eri lì, quale piega, quale stecca
    di quell'immenso ventaglio? Eri lontana come ora.
    Incendio nel bosco! Arde in croci azzurrine.
    Arde, arde, infiamma, sfavilla in alberi di luce.
    Crolla, crepita. Incendio. Incendio.
    E la mia anima balla ferita da trucioli infuocati.
    Chi chiama? Quale silenzio popolato di echi?
    Ora della nostalgia, ora della gioia, ora della solitudine,
    ora mia tra tutte!
    Conchiglia in cui il vento passa cantando.
    Tanta passione di pianto avvinghiata al mio corpo.

    Sussulto di tutte le radici,
    assalto di tutte le onde!
    Girava, allegra, triste, interminabile, la mia anima.

    Pensando, sotterrando lampade nella solitudine profonda.
    Chi sei tu, chi sei?

  11. #30
    Utente Catafratto DueDiPicche
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 14/2/2007
    Messaggi: 6,261
    Piaciuto: 1064 volte

    Predefinito

    Lentamente muore - Martha Medeiros

    Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
    ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
    chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
    chi non rischia,
    chi non parla a chi non conosce.
    Lentamente muore chi evita una passione,
    chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
    piuttosto che un insieme di emozioni;
    emozioni che fanno brillare gli occhi,
    quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
    quelle che fanno battere il cuore
    davanti agli errori ed ai sentimenti!
    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
    chi è infelice sul lavoro,
    chi non rischia la certezza per l’incertezza,
    chi rinuncia ad inseguire un sogno,
    chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
    Lentamente muore chi non viaggia,
    chi non legge,
    chi non ascolta musica,
    chi non trova grazia e pace in sè stesso.
    Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
    chi non si lascia aiutare,
    chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
    chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
    chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
    Evitiamo la morte a piccole dosi,
    ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di
    gran lunga
    maggiore
    del semplice fatto di respirare!
    Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di
    una splendida
    felicità.
    A lunantica piace questo intervento

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