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Il barista era una checca persa

  1. #1
    FdT-dipendente
    Uomo 68 anni
    Iscrizione: 30/5/2005
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    Predefinito Il barista era una checca persa

    Leggevo ‘M’illumino d’immenso’ di Ungaretti, seduto sul lungomare di Enna. Mi si avvicina uno con un giubbino di renna (non è per la rima, è per il freddo) che mi fa, con tono brusco:
    “Lei sta sbagliando”
    “Vuol sostenere che ‘M’illumino d’immenso’ non è di Ungaretti?”
    “No, che Enna non ha il lungomare”
    “O bella! e che aspettano a farglielo?”
    “Pare che non ci sia il mare, a Enna”
    M’avessero detto, che so?, che Ruini era Stanislao Moulinsky in uno dei suoi più riusciti travestimenti, sarei stato meno sconvolto. Caddi in depressione.
    ‘Caddi’ mi colpì subito, per la musicalità della doppia ‘d’, come ‘addio’ e ‘addì’. Del resto, non è che avessi di meglio da fare.
    La lettura dei giornale non mi offriva spunti per risalire la china; al contrario, mi stava risalendo la chinamartini che avevo bevuto poco prima al bar. Il barista era una checca persa: di fronte alla mia virilità prorompente mi giurò amore eterno e mi invitò a trascorrere con lui una settimana di follia a Gallarate, nella pensioncina di un suo amico (100 euro al giorno mezza pensione; se gliela affitti tutta, si fa un forfait). Lì, mi avrebbe mostrato la sua collezione completa dei bigliettini dei baci Perugina, montati su cartoncino della Pineider: 2 quintali e passa di carta.
    Lo ringraziai, ma dovetti rifiutare: avrei spezzato il cuore alla mia vecchia genitrice (questo sostantivo lo metto lì per farmi pescare dai motori di ricerca del ministero dei Beni Culturali, così finisco nel catalogo degli autori che fanno leggere nelle scuole di formazione della futura classe dirigente. Vedi Bondi).
    Capì e mi servì una china ghiacciata aromatizzata con una punta di tabasco e una fettina di mortadella al pistacchio di Bronte (celebri anche le sue sorelle poetesse, assurte a fama imperitura con ‘Rime tempestose’).
    Fosse il guscio del pistacchio, fosse la notizia della supertassa sul porno, la china mi rimase tra color che fur sospesi (questa citazione non la pago, perché l’autore è morto da più di 70 anni. Se mi volete citare a gratis, anche voi dovete aspettare che sono morto da 70 anni. Datemi la mail che dopo ve lo faccio sapere quando è).
    Però non può essere che uno imbastisce una storia sulla chinamartini che torna indietro, se no quelli del rabarbaro Zucca mi citano per pubblicità occulta.
    Adesso vi pianto in asso, perché ci ho un appuntamento con Silvio Berlusconi: viene da me a vedere un porno su Sky, che io non pago la tariffa e neanche l’IVA, soprattassa inclusa.
    Lui non se la prende, perché lo considera un momento di evasione.


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