No alla tessera del tifoso
Tessera del tifoso, uno strumento “apparentemente” di fedeltà, ideato dal Viminale, che dovrebbe essere adottato dalle Società di Calcio, per consentire l'ingresso allo stadio. Un metodo, secondo il Ministro Maroni di arginare il “pericolo” violenza negli Stadi,
prevedendo cosi che le stesse Società calcistiche non possano vendere biglietti a chiunque voglia seguire la propria Squadra e sostenere i propri colori! In realtà questa nuova forma di tesseramento non è altro che una repressione e controllo sociale, perché il rilascio dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Questura.
L’art.9. della Legge 41/2007 (Legge Amato) dispone in modo inequivocabile che chiunque abbia subito un daspo o una
condanna di primo grado per reati da stadio, in qualunque epoca, non possa ottenere titoli di accesso agli stadi. In tal caso, a tutti gli effetti, si è istituita per legge una implicita diffida a vita al tifoso. Questo nuovo disegno di legge, riguarda tutti i tifosi di calcio: si pensi che oggi si può essere diffidati anche per uno striscione ironico non autorizzato o per non essersi seduti
al proprio posto!L'opinione pubblica, spesso e volentieri “ingannata” o distorta, pensa che questa Tessera non la
si vuole per paura d'essere schedati o solamente perché impedirebbe l'accesso dei diffidati allo stadio.
Ma ciascun tifoso risulta già schedato, in quanto sia i biglietti che gli abbonamenti, ad oggi, sono nominali. Di qui la risposta
dura da parte di noi tutti tifosi, "La tessera del tifoso è un reale e incombente pericolo!” ... ciascun tifoso è contro questa Tessera perché è inammissibile che per entrare in un luogo pubblico serva l’autorizzazione preventiva della Polizia, e soprattutto perché vi è il rischio che questa diventi il mezzo per applicare altre leggi più repressive, finora ignorate, perché ritenute altamente anticostituzionali. Chi ha preso un Daspo (nel caso sia effettivamente “colpevole” di ciò che gli è contestato) e a norma di legge l'ha scontato, ha pieno
diritto a riottenere la sula libertà personale di cui era stato privato, forse anche giustamente. Nella società civile, quando hai pagato il tuo debito con la legge, torni ad essere un uomo libero. Perché per il Tifoso non dovrebbe essere così?! ... Non a caso c’è una grandissima differenza, per non parlare di fenomeno di ghettizzazione, se si osserva che qualunque cittadino, scontata la pena, può essere riabilitato, e persino sedere in Parlamento, ri-integrato nella società a pieni diritti e doveri, mentre il tifoso che sconta la sua pena o la sua diffida, no. Essenzialmente, non siamo contro la Tessera in sé, se non che a tutti gli effetti risulta l’ennesima
operazione per rendere più difficile la vita al tifoso. O forse semplicemente ...LA LEGGE IN ITALIA NON è UGUALE PER
TUTTI! A fronte di questo “pericolo” incombente numerose tifoserie fedeli ai propri colori, si stanno muovendo preventivamente, opponendosi e contestando quanto appunto sta per diventare, a nostro avviso, una realtà assurda. 140 delegazioni di ultras di tutte le categorie calcistiche, e provenienti da tutt'Italia, si sono così ritrovate per il raduno a Roma, unite per il “No, alla tessera del tifoso!” Circa un migliaio le persone quindi presenti per questo altro passaggio nell'opposizione a tale strumento repressivo e discriminatorio. In tal sede si concorda a unanime la diserzione delle curve nei primi 45 minuti delle prossime partite di Campionato e una manifestazione di tutte letifoserie a Roma, in data ancora da concordare.