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  • 1 Intervento di Layne S.
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Fuga di cervelli o sana e normale mobilità?

  1. #1
    Matricola FdT
    Donna 24 anni
    Iscrizione: 16/1/2017
    Messaggi: 5
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    Predefinito Fuga di cervelli o sana e normale mobilità?

    Dato che a breve dovrò partecipare ad un concorso letterario e quindi inviare un tema riguardo all'argomento "fuga di cervelli in Italia", vorrei conoscere un po' la vostra opinione riguardo a questo fenomeno. Secondo voi è corretto definirla "fuga"? Cosa fareste per diminuire i numeri dei laureati italiani che emigrano all'estero? Ma soprattutto, cosa fareste per attirare "cervelli" stranieri nel nostro paese? Sono curiosa


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  3. #2
    FdT quasi assuefatto Tinker Bell
    Donna 29 anni
    Iscrizione: 12/7/2015
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    Le motivazioni principali sono necessità, ambizione e sfiducia nel nostro Paese.
    l cervelli fuggono perché in Italia fanno fatica a trovare lavoro. E se lo trovano sono comunque poco valorizzati.

    Cosa fare per inverite il trend non saprei. u
    n buon punto di partenza potrebbe essere non veder più gente assunta solo perché raccomandata e figlia di

  4. #3
    Pesciolino nell'acquario. Half shadow
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 20/7/2008
    Messaggi: 11,214
    Piaciuto: 833 volte

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    Il problema non è solo la raccomandazione. Il lavoro in Italia è stato distrutto dall'importazione, importiamo più di quello che dovremmo, come ad esempio l'olio tunisino, le arance marocchine e moltissimi alimenti di produzione tedesca. Oltre a questo mettiamoci pure che l'unione europea a partire dai primi anni 2000, quando ha fatto entrare nell'unione i paesi dell'est sotto il consiglio del caro signor monti, ha visto intersecare l'economia media europea con quella di paesi poverissimi, dove aziende ed imprese italiane hanno pensato bene di trasferirsi per pagare poco (per noi) i dipendenti romeni o degli altri peasi dell'est sottopagati e con bassa pressione fiscale, il tutto concesso dalle regole dell'unione europea.

    Quindi facendo bene il quadro della situaizone abbiamo: Aziende che chiudono o si spostano a causa dell'importazione agevolata dalla moneta unica e dalle altre agevolazioni europee, che però per una nazione come l'Italia, che campava di manufatturiero sono state agevolazioni alla rovescia. Prima della moneta unica, agevolati da una moneta debole esportavamo più facilmente, guadagnavamo moltissimo e creavamo posti di lavoro, adesso il trend per noi si è invertito mentre adesso è la germania ad esportare, mentre prima era l'opposto, infatti i tedeschi con la moneta più forte venivano a comprare le case in Italia. Avevamo una moneta più debole e questa secondo gli attuali "economisti" al governo era una cosa gravissima, però il tasso di disoccupazione era bassissimo ed uno stipendio medio era più che adeguato al costo della vita.

    Adesso si dice che dobbiamo cambiare mentalità, perché dobbiamo pensare alla europea e capire che dobbiamo viaggiare, sfruttare le opportunità che l'europa ci offre, io preferivo restarmene nella mia città a lavorare senza preoccuparmi di visitare un continente che a me nemmeno interessa, infatti se devo cambiare mentalità ho già deciso di adattarmi a vivere in America, non in europa, che non mi piace neanche un pò.

    Perché dovrei andare ad imparare lingue che non mi interessano come il tedesco, il francese o lo spagnolo? Dopo la Brexit poi (che io tra parentesi ho sostenuto per ragioni politico-economiche) anche se nell'unione si decidesse di parlare ufficialmente un'unica lingua come in America non penso proprio potrebbe essere l'inglese. Non più dopo la Brexit. Ma anche fossimo rimasti 28 stati con 28 lingue diverse, perché sarei dovuto andare in inghilterra, che è umida e dal mio punto di vista deprimente (l'occhio vuole la sua parte e geograficamente a me non piace l'Inghilterra) pur di lavorare senza dover imparare lingue che non mi interessano? È deprimente solo il pensiero.

    Soprattutto vorrei capire perché qualcuno deve decidere per me quello che devo fare, ovvero adattarmi a dover girare l'europa per avere un lavoro pagato il giusto. La fuga di cervelli è indotta, non si parte così perché si odia l'Italia, si parte perché ci mettono nella condizione di farlo, una specie di mobbing...

  5. #4
    Vivo su FdT Loller156
    Uomo 33 anni da Lecco
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    Sana mobilità. In Italia fai la fame, detto sinceramente, a meno che tu non sia fortunato da avere un lavorone.

    Considera che per lavorare in un call center guadagno 1750 euro netti al mese, e dopo un mese e due settimane di lavoro sono appena stato promosso.
    In Italia prima di vedere una promozione passano 6 anni, di cui 4 tra contratti di stagista e apprendistato, con uno stipendio da fame.

    Io vorrei sapere le motivazioni per NON partire, più che quelle per partire, perché effettivamente non le vedo.

  6. #5
    British ninja Layne S.
    Donna 33 anni
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    Sana mobilità. In Italia fai la fame, detto sinceramente, a meno che tu non sia fortunato da avere un lavorone.
    Ma quello che hai detto è in aperto contrasto. Se te ne vai per fame, come è successo a molti di noi (me inclusa), ovviamente la tua scelta è viziata da condizioni negative, quindi come può essere "sana" mobilità?

    Per carità io sono convinta che un periodo fuori casa faccia bene a tutti, ho iniziato a fare esperienza all'estero mentre ancora studiavo (e prima di rendermi conto quanto fosse disperata la mia condizione in Italia), per cui ho fatto questa scelta in maniera indipendente dalla situazione lavorativa in Italia. Ma ciò non toglie che io e tutte le altre persone nella mia posizione avremmo avuto diritto ad una scelta.
    Avremmo avuto diritto a stipendi decenti, contratti regolari e lavoro pagato (fanculo i vostri stage gratuiti di merda). Avremmo avuto diritto al supporto dello stato, in relazione sia al welfare sia alle misure per il lavoro. E invece non è stato così.

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    Io vorrei sapere le motivazioni per NON partire, più che quelle per partire, perché effettivamente non le vedo.
    Perdonami ma questa è una considerazione superficiale, anche perché ovviamente non possiamo andarcene tutti e 60 milioni e lasciare l'Italia vuota. Ci sono una serie di motivi per cui alcune persone non possono andarsene: ad esempio avere altri impegni come figli o genitori anziani che hanno bisogno di assistenza. Ci sono coppie in cui un coniuge ha un lavoro decente e l'altro no, e chiaramente non sempre vale la pena fare un salto nel buio del genere.

    Anche perché sono convinta che la situazione "dilettanti (incapaci) allo sbaraglio" che vivono molti stranieri all'estero non sia ideale. Ho conosciuto molti italiani (ma non solo) che sono venuti senza qualifiche, senza esperienza e con un inglese insufficiente; situazione che ha precluso loro praticamente qualsiasi lavoro, nell'illusione che esistessero magiche "aziende italane/spagnole/polacche" ecc. che stavano aspettando proprio loro.
    Se si vuole fare un'esperienza del genere chiaramente bisogna essere preparati, ma dipende anche dalla situazione di partenza: in alcuni casi si farebbe prima a investire il tempo e le energie per "prepararsi" in qualcos'altro, con risultati migliori.
    A lunantica piace questo intervento

  7. #6
    Pesciolino nell'acquario. Half shadow
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    Non possiamo andarcene tutti e 60 milioni e lasciare l'Italia vuota. Ci sono una serie di motivi per cui alcune persone non possono andarsene: ad esempio avere altri impegni come figli o genitori anziani che hanno bisogno di assistenza.
    E non è cosa da poco. Sono pieno di odio, come dicono i benpensanti, è vero, ma perché mi hanno messo in una condizione che avrei voluto evitare, quindi se proprio me ne devo andare voglio farlo a modo mio e non a modo loro. Facile dire pubblicamente che "Chi non ha un lavoro è perché non ha combinato niente nella vita perché basta girare l'europa" e si sono permessi di farlo, durante interviste ai giornali e ai talk show. Secondo me una cosa che dovrebbero tentare di fare 60 milioni di italiani è prendere esempio da loro ed entrare in politica per non fare un tubo ed essere pagati profumatamente.

  8. #7
    Vivo su FdT Loller156
    Uomo 33 anni da Lecco
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    Ma quello che hai detto è in aperto contrasto. Se te ne vai per fame, come è successo a molti di noi (me inclusa), ovviamente la tua scelta è viziata da condizioni negative, quindi come può essere "sana" mobilità?

    Per carità io sono convinta che un periodo fuori casa faccia bene a tutti, ho iniziato a fare esperienza all'estero mentre ancora studiavo (e prima di rendermi conto quanto fosse disperata la mia condizione in Italia), per cui ho fatto questa scelta in maniera indipendente dalla situazione lavorativa in Italia. Ma ciò non toglie che io e tutte le altre persone nella mia posizione avremmo avuto diritto ad una scelta.
    Avremmo avuto diritto a stipendi decenti, contratti regolari e lavoro pagato (fanculo i vostri stage gratuiti di merda). Avremmo avuto diritto al supporto dello stato, in relazione sia al welfare sia alle misure per il lavoro. E invece non è stato così.


    Perdonami ma questa è una considerazione superficiale, anche perché ovviamente non possiamo andarcene tutti e 60 milioni e lasciare l'Italia vuota. Ci sono una serie di motivi per cui alcune persone non possono andarsene: ad esempio avere altri impegni come figli o genitori anziani che hanno bisogno di assistenza. Ci sono coppie in cui un coniuge ha un lavoro decente e l'altro no, e chiaramente non sempre vale la pena fare un salto nel buio del genere.

    Anche perché sono convinta che la situazione "dilettanti (incapaci) allo sbaraglio" che vivono molti stranieri all'estero non sia ideale. Ho conosciuto molti italiani (ma non solo) che sono venuti senza qualifiche, senza esperienza e con un inglese insufficiente; situazione che ha precluso loro praticamente qualsiasi lavoro, nell'illusione che esistessero magiche "aziende italane/spagnole/polacche" ecc. che stavano aspettando proprio loro.
    Se si vuole fare un'esperienza del genere chiaramente bisogna essere preparati, ma dipende anche dalla situazione di partenza: in alcuni casi si farebbe prima a investire il tempo e le energie per "prepararsi" in qualcos'altro, con risultati migliori.

    Avevo interpretato la parola "sana" in un'altro modo, e cioè solo per dire che non è una fuga di cervelli ma un semplice spostarsi per lavoro. Non chiederi come ho fatto questa associazione, ma non intendevo minimamente dire che è "sano" il doversi spostare per sopravvivere.

    Da quel punto di vista non lo è sicuramente, ho risposto un po' superficialmente.

    La seconda parte era ovviamente una provocazione. Non tutti possono andare via, ma sinceramente non vedo grosse motivazioni per rimanere in patria al momento. Certo, non parlo di situazioni di anziano, genitori o persone con bisogni particolari. Per i giovani, però, l'Italia non è attualmente appetibile.

  9. #8
    Minima Immoralia lunantica
    Donna
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    Quote Originariamente inviata da Layne S. Visualizza il messaggio
    Ma ciò non toglie che io e tutte le altre persone nella mia posizione avremmo avuto diritto ad una scelta.
    Avremmo avuto diritto a stipendi decenti, contratti regolari e lavoro pagato (fanculo i vostri stage gratuiti di merda). Avremmo avuto diritto al supporto dello stato, in relazione sia al welfare sia alle misure per il lavoro. E invece non è stato così
    Infatti, non avrei saputo dirlo in modo migliore (purtroppo)

    - - - Aggiornamento - - -

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    Per i giovani, però, l'Italia non è attualmente appetibile.
    Neanche per le persone adulte al netto di figli e genitori anziani lo è. Anzi, da giovane almeno hai energia e meno disillusioni in saccoccia...nella fascia 35 - 55 non avere un lavoro è da spararsi per quanto è tragica (cosa che tra l'altro in diversi hanno fatto realmente e non solo metaforicamente).
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  10. #9
    Overdose da FdT Fiona
    Donna 35 anni
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    La mancanza di meritocrazia e di valorizzazione del lavoratore, ti porta a un livello di frustrazione tale che a volte è veramente difficile restare in madrepatria. Se l'Italia fosse un Paese come tutti gli altri Paesi dell'Europa del Nord, sarebbero in pochi ad andarsene. Dico del Nord perché già nella fascia centrale è meno facile. In quella "nostra" non ne parliamo (Spagna, Grecia).
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