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Catania,donna morta dopo aborto «Il dottore mi disse:non intervengo, sono obiettore>>

  1. #1
    Redhead Pride Lantis
    Uomo 40 anni da Estero
    Iscrizione: 21/10/2004
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    Predefinito Catania,donna morta dopo aborto «Il dottore mi disse:non intervengo, sono obiettore>>

    Si arriverà forse al faccia a faccia fra il medico che alla Ginecologia del Cannizzaro di Catania non avrebbe fatto abortire in tempo la donna di 32 anni dichiarandosi “obiettore di coscienza” e il marito di questa giovane morta con i suoi due gemellini di appena cinque mesi. Una pagina dolorosa già consegnata alla cronaca col sospetto di un caso di malasanità.
    Anche se a confermarlo o a escluderlo saranno sia i magistrati che ieri, come atto dovuto, hanno indagato i 12 medici del reparto, sia gli ispettori del ministero della Salute e della Regione siciliana, al lavoro su cartelle cliniche e testimonianze. Gli occhi rossi, la commozione che soffoca le parole, Francesco Castro, 30 anni, la faccia segnata dalla pena di avere perduto in un colpo la giovane moglie, Valentina Milluzzo, e i due piccoli volati via, è certo dell’accusa che muove contro l’unico dottore presente quel giorno: «Lo ha detto a me: “Io finché c’è battito non posso intervenire perché sono obiettore di coscienza. Siamo nelle mani del Signore”».

    Lei sa che il medico, difeso dai colleghi e dal primario Paolo Scollo, nega tutto questo?«Sono pronto a confrontarmi, anche perché quella frase l’hanno sentita i miei suoceri e i parenti di una signora ricoverata nella stessa stanza. Il mio avvocato, Salvatore Catania Milluzzo, li sta cercando. Come spero faccia chi indaga».

    Quando ha cominciato a dare segni di sofferenza?«Dopo cinque mesi dalla gravidanza assistita è stato necessario il ricovero avvenuto il 29 settembre. Ma nessuno fino al 15 ottobre dice che c’è un problema. Quella mattina alle 9.30 dal suo letto mi telefona: “Ho la febbre alta, spero scenda...”. E corriamo da Palagonia dove viviamo tutti. Cinquanta chilometri di corsa”.
    E come la trova?«La trovo che vomita, con dolori fortissimi. Ma senza un medico presente. Solo l’infermiera, affannata: “Il dottore è in sala parto”. E c’è un solo medico qui? Vedo che dalla segreteria chiamano, ma non arriva nessuno. Alle 3 del pomeriggio è l’infermiera a trascinare il letto di Valentina verso l’ascensore e scendere giù, al piano terra, in una sala vicina al pronto soccorso: “Qui dovranno visitarla”...».
    E la visitano subito?«Sono alle 18. Mia moglie abbandonata in un angolo, collassata, gelata, temperatura 34 gradi, con 50 di pressione minima. Finalmente spunta un dottore che somministra ossigeno e si accorge della sofferenza dei feti. “Ma batte il cuore”, dice. “Sono obiettore”»




    E si ferma tutto. Ma fanno degli esami a sua moglie. «Una ecografia. E pensano a una colica: renella nei reni. Si aggrava tutto. Finché non si arriva al primo aborto... Mi fanno vedere mio figlio, senza vita. Poi il secondo. Infine, alle tre del mattino, si procede alla pulizia e il medico esce dalla sala: “C’è una infezione, è grave...”. Corrono in rianimazione, noi preghiamo ma alle due del pomeriggio di una domenica terribile Valentina non c’è più».

    Fonte:


    Catania, donna morta dopo aborto Il marito: «Il dottore mi disse: non intervengo, sono obiettore» - Corriere.it

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  3. #2
    Temperance
    Donna
    Iscrizione: 15/1/2006
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    Anche a mia cugina stava succedendo lo stesso, è dovuto intervenire un altro medico che per fortuna ha agito in tempo.
    Se sei un ginecologo è un tuo dovere ricorrere all'aborto, almeno quando la questione è seria. O passare la paziente ad un altro. Altrimenti ti scegli un'altra specializzazione.

    Comunque in questo caso le colpe sono della mancata assistenza tempestiva in generale, mi par di capire. Dall'articolo non si capisce bene, è scritto malissimo.
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  4. #3
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 33 anni da Padova
    Iscrizione: 27/7/2008
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    Diciamo che sono molto critica riguardo il fatto di cronaca recente: non sappiamo come siano andate realmente le cose e l'ipotesi che i medici che avevano in cura la donna si siano appellati all'obiezione di coscienza per non interrompere la gravidanza di fronte al suo pericolo di vita mi sembra tanto assurda quanto inverosimile.

    Personalmente sono pro-aborto, ma capisco chi, per principi vuoi religiosi, vuoi personali, sceglie di non praticarlo. Ricordo però di aver letto da qualche parte che molti ginecologi sono costretti a scegliere l'obiezione di coscienza perchè altrimenti, vista la carenza di medici non obiettori, finirebbero solo per fare interruzioni di gravidanza. C'è un problema di fondo e ogni struttura ospedaliera dovrebbe garantire un servizio che non è facile nè semplice sia per chi lo pratica ma molto più per chi lo riceve. Chi sceglie di abortire non lo fa di certo a cuor leggero e trovarsi di fronte a porte sbattute in faccia o ad attese estenuanti perchè mancano ginecologi non obiettori è una cosa che rende il percorso ancora più difficile. Non critico la scelta personale del medico, ma il fatto che una clinica ginecologica doverebbe avere un numero sufficiente di ginecologi che effettuino l'interruzione e garantiscano un servizio di cui ogni donna ha diritto, cosa che attualmente in molti ospedali non c'è.
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  5. #4
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Non critico la scelta personale del medico,
    Io sì, eccome. La legge sull'aborto c'è da oltre 30 anni. Tu studente X vuoi diventare ginecologo/a? Sai che la legge consente di abortire, e tu non ti devi permettere di dire "no, mi rifiuto". No, non ti rifiuti manco per il cazzo...devi applicare la legge e devi far abortire la donna che te lo chiede.
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  6. #5
    Temperance
    Donna
    Iscrizione: 15/1/2006
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    Quote Originariamente inviata da Jamila Visualizza il messaggio
    Diciamo che sono molto critica riguardo il fatto di cronaca recente: non sappiamo come siano andate realmente le cose e l'ipotesi che i medici che avevano in cura la donna si siano appellati all'obiezione di coscienza per non interrompere la gravidanza di fronte al suo pericolo di vita mi sembra tanto assurda quanto inverosimile.

    Personalmente sono pro-aborto, ma capisco chi, per principi vuoi religiosi, vuoi personali, sceglie di non praticarlo. Ricordo però di aver letto da qualche parte che molti ginecologi sono costretti a scegliere l'obiezione di coscienza perchè altrimenti, vista la carenza di medici non obiettori, finirebbero solo per fare interruzioni di gravidanza. C'è un problema di fondo e ogni struttura ospedaliera dovrebbe garantire un servizio che non è facile nè semplice sia per chi lo pratica ma molto più per chi lo riceve. Chi sceglie di abortire non lo fa di certo a cuor leggero e trovarsi di fronte a porte sbattute in faccia o ad attese estenuanti perchè mancano ginecologi non obiettori è una cosa che rende il percorso ancora più difficile. Non critico la scelta personale del medico, ma il fatto che una clinica ginecologica doverebbe avere un numero sufficiente di ginecologi che effettuino l'interruzione e garantiscano un servizio di cui ogni donna ha diritto, cosa che attualmente in molti ospedali non c'è.
    Guarda, io non so in questo caso, ma per mia cugina stava andando davvero così. Nonostante la situazione critica il medico si è rifiutato perché obiettore. E non era il caso in cui si potesse non intervenire in quel modo. Per fortuna è arrivato un altro medico e ha operato. Quindi obiettori di coscienza ci sta, ma a quanto pare c'è chi non vuole intervenire manco in situazioni di vita o di morte.

    Sul resto concordo, se in una struttura c'è un medico obiettore di coscienza non può non essercene almeno un altro che intervenga al posto suo. E' scandaloso. Anche perché in quei casi la situazione diventa subito grave, non si può aspettare che arrivi chissà quando qualcuno che intervenga.

  7. #6
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 33 anni da Padova
    Iscrizione: 27/7/2008
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    Temp legalmente parlando il medico di tua sorella sarebbe stato da denunciare, obiettore o no se la gravidanza mette in pericolo la vita della donna operi e salvi la vita della donna.

    - - - Aggiornamento - - -

    E'per questo che la situazione mi sembra inverosimile. Tutti i medici devono per legge operare se la gravidanza mette in pericolo la vita della donna. Non esiste obiezione di coscienza in questo caso e se mi permetti il medico di tua sorella oltre ad essere stato un grande ignorante è stato anche un grandissimo incosciente.
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  8. #7
    Temperance
    Donna
    Iscrizione: 15/1/2006
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    Temp legalmente parlando il medico di tua sorella sarebbe stato da denunciare, obiettore o no se la gravidanza mette in pericolo la vita della donna operi e salvi la vita della donna.

    - - - Aggiornamento - - -
    E'per questo che la situazione mi sembra inverosimile. Tutti i medici devono per legge operare se la gravidanza mette in pericolo la vita della donna. Non esiste obiezione di coscienza in questo caso e se mi permetti il medico di tua sorella oltre ad essere stato un grande ignorante è stato anche un grandissimo incosciente.
    Infatti credo che la denuncia sia stata fatta o comunque si son mobilitati a far qualcosa. Poi con quel lato della famiglia abbiamo troncato i rapporti quindi non so come è finita, ma a suo tempo davvero ce la siam vista brutta.

  9. #8
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Personalmente sono pro-aborto,
    ma capisco chi, per principi vuoi religiosi, vuoi personali, sceglie di non praticarlo.
    Io no, non lo capisco. Così come non capiamo l'islamico che per motivi religiosi fa una strage, così come non capiamo il testimone di Geova che per motivi religiosi nega a se stesso o a un familiare una trasfusione di sangue, allo stesso modo non si deve capire un medico che per motivi religiosi si rifiuta di fare il proprio lavoro, cioè un aborto.
    Il problema è che esiste una legge che tutela questi fanatismi.

  10. #9
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 33 anni da Padova
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    Io no, non lo capisco. Così come non capiamo l'islamico che per motivi religiosi fa una strage, così come non capiamo il testimone di Geova che per motivi religiosi nega a se stesso o a un familiare una trasfusione di sangue, allo stesso modo non si deve capire un medico che per motivi religiosi si rifiuta di fare il proprio lavoro, cioè un aborto.
    Il problema è che esiste una legge che tutela questi fanatismi.
    Non è fanatismo in questo caso. Il medico può scegliere l'obiezione di coscienza, è una cosa che si può fare per legge. Io non la condivido ma capisco perche certi medici preferiscono non interrompere una gravida. Il confine tra vita e non vita è molto labile. Forse tu non ti sei mai trovato in una situazione del genere ma andare ad abortire per la donna non è esattamente come togliere un neo. Ci stai male, sia che il bambino abbia tre settimane o cinque mesi. E per il medico non è molto diverso; siamo umani, non autome programmate ad eseguire il proprio lavoro. Quello che è sbagliato è non avere un adeguato numero di medici abortisti in una struttura (e non parlo di uno o due ma di almeno la metà). In Italia abortire è un diritto e come tale dovrebbe essere tutelato e garantito.

    E ti informo che i medici non sono tenuti a far sempre tutto. Ci sono chirurghi alti 2 metri che in sala non ci vanno mai perchè starebbero solo con il mal di schiena e allora si occupano di ambulatorio. Ci sono ortopedici che non fanno operazioni che li espongono a radiazioni. La libertà di scelta e la divisione dei compiti permette di far vivere tutti felici e contenti.

    Quello che vi sfugge cmq è che i medici di questa donna non l'hanno operata non perchè fossero contro l'aborto ma perchè erano probabilmente pigri, ignoranti e stupidi...per legge l'aborto deve essere fatto da tutti qualora la vita della madre sia in pericolo. Se sei in una situazione di emergenza ti devi rimboccare le maniche e darti da fare.


    - - - Aggiornamento - - -

    E non è che morale=religione, uno può avere un proprio codice morale senza dover per forza essere un cattolico praticante o simili. Io non avrei problemi a praticare un aborto, ma sostengo la possibilità di scelta del medico, in futuro non vorrei essere costretta a fare cose contro il mio codice morale. Detto ciò, devono essere protetti due diritti: la scelta di abortire della donna e la scelta di non praticare un aborto del medico, l'unica soluzione è garantire una percentuale di medici pubblici non obiettori.


    - - - Aggiornamento - - -

    E ci sono tantissimi casi in cui in medico si appella alla morale per agire. Legalmente se caio rifiuta le cure o se tizio è testimone di geova io medico legalmente non dovrei fare nulla, moralmente però li soccorro entrambi, anche contro la loro volontà. Finisco a processo ma il 99,9% delle volte non mi fanno nulla perchè mi appello alla morale.

  11. #10
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
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    Quote Originariamente inviata da Jamila Visualizza il messaggio
    due diritti: la scelta di abortire della donna e la scelta di non praticare un aborto del medico,
    Ecco, è qui il nocciolo della questione: il primo è un diritto sacrosanto, il secondo non dovrebbe essere proprio un diritto.

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