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Originariamente inviata da
Wolverine
Ecco, è qui il nocciolo della questione: il primo è un diritto sacrosanto, il secondo non dovrebbe essere proprio un diritto.
Dici che non dovrebbe essere un diritto, ma attualmente lo è. Ripeto non siamo autome programmate a svolgere tutti i lavori.Il lavoro del medico non è solo bianco e nero e (sorpresa!) non siamo dei superuomini con superpoteri che hanno scelto questo lavoro perchè dotati di mente e capacità superiori. Il punto è proprio conciliare i due diritti, che attualmente ci sono e sono presenti.
E cmq molte volte non è nemmeno questione di morale. Ci sono talmente pochi medici non obiettori che nel pubblico i ginecologi sono "costretti" a dichiararsi obiettori. Immaginate quanto deprimente è per un ginecologo fare dalla mattina alla sera solo interruzioni perchè non ci sono altri medici disponibili? Potare in ogni ospedale il numero dei medici non obiettori ad un numero decente renderebbe più vivibile la situazione per entrambe le parti.
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L'obiettore non sbaglia di base, per me. Il problema è che capita che anche quando ci sia bisogno PER FORZA di interrompere una gravidanza può venir fuori qualche cretino che non vuole, e magari ci prova pure, a risolvere la situazione in qualche altro modo, ma alla fine muoiono mamma e figlio. Sono questi medici che critico e criticherò sempre, perché sono degli assassini, alla fine dei conti. Ma non ci vedo nessun problema se un medico, per coscienza, non vuole praticare un aborto a un feto sano solo perché la mamma non lo vuole. E parla una favorevole all'aborto. Basta che in quella struttura ci sia chi comunque lo pratichi, perché per legge l'aborto è legale. E basta che ci siano altri medici in ospedale così, se si sveglia il cretino di turno che, pure in condizioni critiche, si rifiuta di intervenire, si può operare lo stesso.
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Se l'obiezione non esistesse, ogni medico potenzialmente sarebbe un "non obiettore", e dunque il lavoro sarebbe meglio ridistribuito. Si risolverebbe il problema alla radice, no? Proprio quello che dici (giustamente) di volere.
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Originariamente inviata da
Jamila
E cmq molte volte non è nemmeno questione di morale. Ci sono talmente pochi medici non obiettori che nel pubblico i ginecologi sono "costretti" a dichiararsi obiettori. Immaginate quanto deprimente è per un ginecologo fare dalla mattina alla sera solo interruzioni perchè non ci sono altri medici disponibili? Potare in ogni ospedale il numero dei medici non obiettori ad un numero decente renderebbe più vivibile la situazione per entrambe le parti.
Premetto che io come altri preferirei non esistessero gli obiettori e sottolineo che morale non equivale a religione effettivamente, però è innegabile che dietro le scelte di un medico obiettore ci sia la religione.
Detto questo credo che quello che proponi tu, Jamila, sia il requisito necessario minimo per un reparto di ginecologia. Mi sembra anche strano che questo sia ancora un problema da risolvere. Se ammetti la possibilità dell'obiezione, mi devi assicurare che SEMPRE troverò a mia disposizione un medico non obiettore. Se poi i medici obiettori sono la maggioranza, sarà un problema loro se non trovano occupazione.
Per quanto riguarda il caso di cronaca credo sia necessario aspettare la fine degli accertamenti. Se davvero risulterà che la colpa è del medico a causa delle sue idee, lo troverei a dir poco assurdo. Della serie "non intervengo se c'è battito perché sarebbe omicidio, però lascio morire tutti e tre" come se la non-scelta non fosse essa stessa una scelta, e fosse quindi priva di responsabilità.
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Originariamente inviata da
Jamila
Dici che non dovrebbe essere un diritto, ma attualmente lo è.
Ci è chiaro a tutti che attualmente è un diritto, è proprio questo che a me non piace e che si discute.
Se c'è una legge che permette l'aborto, tu medico fai l'aborto. Se non te lo permette la tua coscienza rifiuti quel lavoro. Così come non devi rifiutarti di fare una radiografia se hai scelto di fare il radiografo perché hai paura della radiazioni... allora vai a fare un altro lavoro. Come dice Wolverine, se tutti facessero tale loro dovere il compito ingrato di praticare gli aborti sarebbe distribuito equamente.
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Secondo me quando si tratta di vita, i tuoi credi devi cacciarteli su per il culo.
Chiedo scusa per la volgarità, oggi sono nervosetta U.U
E' come se io lavoro al Ps ma credo fortemente nel fatto che Italia = italiani, e che gli immigrati debbano stare a casa loro. Arrivano nel mio ufficio 3-4 marocchini e io mi rifiuto di parlarci, di aiutarli, di soccorrerli, perché sono razzista. Secondo me è uguale, perché la religione è un CREDO, ricordiamocelo tutti.
Come i testimoni di Geova che non fanno trasfusioni e lasciano morire i parenti. -.-'
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Non sempre un medico è obiettore per religione. Un medico può essere obiettore anche per la sua morale, io non sono credente, ma effettivamente chi stabilisce che sotto i tre mesi non è vita? L'abbiamo stabilito noi, perché era necessario, ma la verità è che non cambia molto prima o dopo i tre mesi. Il secondo motivo per cui un medico è obiettore è che attualmente se scegliesse di esserlo finirebbe solo a fare interruzioni, è una scelta di comodo, a chi piacerebbe fare dalla mattina alla sera solo interruzioni? Detto questo, non mi piacerebbe che un giorno mi obbligassero a fare cose che scontrano con la mia morale ed etica. L'esempio del razzismo non c'entra nulla perché è una cosa per niente etica non soccorrere un extracomunitario (anche se a volte li prenderei e li spingerei a forza sotto la doccia....). È lo stesso discorso che viene fatto per l'eutanasia. Attualmente in Italia non è permessa, ma qualora lo fosse è giusto che chi moralmente non se la sente di interrompere una vita non lo faccia, come avviene tra l'altro in molti paesi. Nello stesso giuramento di Ippocrate viene detto che il medico non provocherà la morte nè somministrerà mai farmaci abortivi ad una donna incinta...il giuramento non è vincolante ovviamente, ma posso capire benissimo la necessità di certi medici di seguirlo e rispettare ciò che dice.
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Lorelai, anche per i testimoni di Geova noi agiamo secondo morale. La legge dice che non possiamo fare nulla se la persona rifiuta le cure e trasfusioni, ma di solito noi non rispettiamo questo, specie se la persona perde coscienza ed è in fin di vita. I testimoni di Geova vengono trasfusi, volenti o nolenti. Poi ovvio, c'è sempre il medico coglione che non li trasfonde e muoiono, ma in questo caso beato lui se sta a posto con la sua coscienza.
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Io non entro nel merito del caso di cronaca perché non mi pare una situazione facilmente interpretabile leggendo due articoli sul giornale.
La mia opinione è però piuttosto semplice: credo che un obiettore, qualunque sia la sua motivazione, non dovrebbe fare il medico e non dovrebbe avere nelle mani la vita degli altri.
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Originariamente inviata da
Jamila
Non sempre un medico è obiettore per religione. Un medico può essere obiettore anche per la sua morale, io non sono credente, ma effettivamente chi stabilisce che sotto i tre mesi non è vita? L'abbiamo stabilito noi, perché era necessario, ma la verità è che non cambia molto prima o dopo i tre mesi.
Guarda che non si tratta di stabilire se il feto sotto i tre mesi sia vita. È ovvio che lo sia. La questione verte intorno al concetto di "persona" non di "vita". Forse far chiarezza su questo punto (che è proprio la base per poter parlare di obiettori o meno) aiuterebbe molti medici illuminati.
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Originariamente inviata da
illusione
Guarda che non si tratta di stabilire se il feto sotto i tre mesi sia vita. È ovvio che lo sia. La questione verte intorno al concetto di "persona" non di "vita". Forse far chiarezza su questo punto (che è proprio la base per poter parlare di obiettori o meno) aiuterebbe molti medici illuminati.
Non è una questione facilmente scindibile in un forum, ma lo stesso potrei dire sull'eutanasia. Parlo da medico pro aborto e pro eutanasia, ma trovo che l'etica di ognuno dovrebbe essere rispettata, proprio perchè noi medici prima di tutti siamo delle persone. Allo stesso modo troverai il medico che trasfonde il paziente testimone di Geova e il medico che non lo fa, ognuno agisce secondo morale ed entrambi con un buon avvocato il 99.9% delle volte non verranno condannati. Come facciamo a dire "cosa è giusto"? Noi medici ci atteniamo alle leggi e alle linee guida ma è previsto per legge anche agire secondo morale.
Poi ovviamente siccome ognuno paga le tasse e i soldi per la sanità ognuno dovrebbe pretendere almeno i livelli minimi di assistenza, tra i quali anche c'è anche l'aborto. E questi livelli minimi dovrebbero essere garantiti dallo stato. Esiste un test per entrare in specialità, usiamolo per selezionare i ginecologi e assumerne un tot di non obiettori.
E vorrei ripetere che la questione "obiezione di coscienza" non è assolutamente legata (o almeno non dovrebbe esserlo) al praticare aborto nel caso la madre sia in pericolo di vita. E' stato sollevato un gran polverone dai giornalisti facendo passare un messaggio sbagliato. La donna in questione è morta per sepsi, non si è riconosciuta la gravità della situazione, si è aspettato troppo ed è morta. In questo caso la colpa è stata sì dei medici, ma non perchè obiettori, ma perchè non hanno capito cosa stava accadendo.