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Sedicenne accoltellata e bruciata nel cosentino: il fidanzato confessa

  1. #31
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
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    Al prossimo articolo che leggo da qualsiasi parte (fra cui uno pubblicato da Il fatto quotidiano) in cui si scrive che è successo perché erano calabresi, querelo. Cazzo.

    - - - Aggiornamento - - -

    Quote Originariamente inviata da Elaine Marley Visualizza il messaggio
    Forse non hai notato bene DOVE è successo (che poi anche qui da me la maggior parte dei tamarri e ragazzini idioti ha almeno un coltellino), a me sembra normale, anzi scontato, mi stupisco che non abbia avuto una pistola invece.
    È successo nella stessa provincia in cui sono cresciuta.
    E non è assolutamente normale che un sedicenne gironzoli con pistole/coltelli.
    Che poi non ci metta niente a procurarselo, volendo, è un altro paio di maniche (ma ci riuscirebbe ovunque, non solo in Calabria).
    Poi dici che uno non si incazza mai abbastanza con l'immagine che i media lasciano passare del meridione italiano...
    Per dovere di cronaca, dalle mie parti il problema della 'ndrangheta c'è ma è molto ridotto rispetto alle zone della provincia di Reggio. Le teste calde, in queste realtà, si conoscono, nei paesi sono etichettate e conosciute, si sa perfettamente chi è immischiato con cosa - fra l'altro, nel mio paese, "dall'altro lato" rispetto a Corigliano Calabro - questi elementi non c'erano nemmeno, e anche nei paesi vicini, non andavano oltre alle due o tre unità. Anche nel caso di queste due o tre unità, mai viste girare pistole fra i ragazzi, mai visti ragazzi girare con il coltello così, per farsi rispettare. Poi vabbè, saranno passati ormai sei o sette anni da quando ero adolescente io, ma mai mai mai visti ragazzi girare con i coltellini, nemmeno nei gruppi di teste calde (lì il massimo che gira è la cocaina...)


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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    qui non si tratta di un discorso di gelosia normale ( come se uccidere per essa una donna lo fosse) ma piuttosto come reazione alle regole della cultura primitiva, dove la donna ha sfidato l'onore del maschio privandolo del rapporto sessuale da lui richiesto e rifiutato un vero affronto da lavare con il prezzo del sangue ,questa è la realtà dei fatti che come tale e cruda è dura di bruciarla viva come a titolo di esempio di sapore mafioso. ( sia come modalità e sia come entrata nel mondo degli adulti )

    Sarò esagerato nella mia analisi ma secondo me questo è il prodotto di una mentalità e tale proposito lascio lo spazio ad una donna che vivendo a pochi chilometri da dove è accaduto il fatto racconta sul corriere della sera questo modo di pensare

    Pubblichiamo la lettera che Francesca Chaouqui, trentenne calabra, direttore delle relazioni esterne di una multinazionale, ha inviato al Corriere della Sera.
    Sono nata in Calabria 30 anni fa, in un paese di 2000 abitanti vicino a Corigliano. Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi. Se nasci femmina la tua stessa venuta al mondo disattende la volontà di chi dovrebbe amarti incondizionatamente ma nonostante questo la Calabria è una terra matriarcale, sono le madri a indirizzare le famiglie, a aiutare i figli nelle scelte e anzi spesso a decidere per loro.
    Fabiana era di Corigliano e per capire la sua vita e la sua morte atroce immaginatevi un paese arroccato di case costruite la maggior parte nel dopoguerra e mai ristrutturate, sentite l’odore dei camini accesi l’inverno, l’unico bar nella strada principale teatro della vita sociale dei pochi rimasti, severo e insindacabile tribunale di chi vale e di chi non vale, di chi conta e chi no.
    La maggior parte degli avventori sono anziani. Si perché quasi nessun giovane rimane in Calabria, una terra splendida ma con troppo poco da offrire e quasi niente da costruire. Sono sicura che anche Fabiana Luzzi sognava di andar via.
    Partiamo tutte a bordo di pullman stanchi verso la capitale oppure Bologna, alcune volte Milano. Arriviamo qui in queste città dove le mamme e le figlie si baciano, si raccontano tutto, dove se fai l’amore la prima persona a cui lo dici è proprio tua mamma sicura che anche lei alla tua età ha fatto lo stesso. In Calabria se a 16 anni fai l’amore e tua madre, o peggio ancora tuo padre, lo scoprono sei certa di aver dato la peggiore delusione che potevi ai tuoi genitori.
    Fabiana è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire cittu ca tu si filmmina, non su così pi tia, fai silenzio, sei una donna non sono cose per te. Davide sarà cresciuto aspettando il suo battesimo del fuoco, la prima volta, quella che ti fa entrare al bar spavaldo a dire mo sugnu n’uomminu, ora sono un uomo, come se bastasse questo per essere cresciuto e aver trovato un ruolo in quella società.
    Il rapporto fra uomo e donna in Calabria si forma presto, un binomio di due mondi paralleli che non si trovano mai, molti crescono vedendo padri e nonni dare qualche sganassone alle compagne, vedono loro reagire senza reagire, accettare quei comportamenti come connaturati agli uomini per retaggio culturale e sovrastruttura sociale.
    Si incassa, si va avanti, ca non è c’ama fa ridi i genti, non dobbiamo far sogghignare la gente, un’espressione tipica per dire che i panni sporchi si lavano in famiglia. I ragazzi guardano, imparano che la violenza è virilità, che fa parte del gioco delle coppie, diventa spesso parte di loro. Alcuni la metabolizzano, altri no. Le donne in Calabria, sono poche quelle che restano, poche quelle che amano liberamente, poche quelle che hanno compagni che le considerano loro pari in ogni cosa.
    Così andiamo via, sono le nostre madri a volerlo, i nostri padri a lavorare per poterci permettere di farlo. Diventiamo magistrati, insegnanti, avvocati, siamo pronte a parlare di tutto, con una mentalità aperta che non ha nulla a che vedere con quella con cui siamo cresciute. Dentro di noi però portiamo il peso degli insegnamenti che il piacere, la libertà sono cose da maschi, ci ribelliamo ma difficilmente ce ne liberiamo del tutto.
    Noi calabresi oggi siamo tutte Fabiana, chi è rimasto e chi come me è andata via, ma un pezzo del mio cuore è ancora lì, nonostante tutto.
    Maronna quante botte in testa tirerei a chi ha scritto questa marea di stronzate.
    Non è vera una sola parola di quel che c'è scritto.



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    Quote Originariamente inviata da The Dark Side Visualizza il messaggio


    E' una lettera ridicola, scritta da una persona che a quanto ha avuto a che fare con Calabria di 50 anni fa.
    E lo dice non una patriottica, perché se Dio vuole io andrò via da qui [perché questo posto ahimè non mi offrirà mai un lavoro]. Sono sicura che, purtroppo, ci sono delle realtà familiari in cui questo accade. Ma il modo in cui lei ha generalizzato è veramente folle.
    Probabilmente quella è la realtà che ha portato lei ad andare via. E se è così ha fatto bene. Ma non è di certo la normalità.
    E, soprattutto, probabilmente la trentenne non ascolta molto i telegiornali nazionali, ultimamente.

    A parte questo, l'accaduto in sé penso che sia inutile anche commentarlo. Come possa un essere umano arrivare a tanto, è qualcosa che mi terrorizza.
    No, questa è la realtà che "fa notizia" ascoltare... mi sono venuti i conati a leggere quella robaccia... è perché la gente si aspetta di ascoltare che la Calabria sia questo, ma non è vero! Mi infastidisce il pensiero di poter dire di essere cresciuta nella stessa provincia e che la gente pensi che quella possa essere stata la mia realtà. Perché non è assolutamente vero...


    A Joy Turner e Temperance piace questo intervento
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

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  3. #32
    Can che dorme Wolverine
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio

    Maronna quante botte in testa tirerei a chi ha scritto questa marea di stronzate.
    Non è vera una sola parola di quel che c'è scritto.

    Sicuramente si è ridimensionato, come in tutto il sud Italia...ma dire "non è vera una sola parola" è una stronzata, dai, e lo sai...un po' era così anche la Puglia, che pure rispetto a Calabria e Sicilia è sempre stata un poco più "aperta"...

  4. #33
    Alias Bonnie Tyler Joy Turner
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    Rissa! Rissa!

  5. #34
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    Sicuramente si è ridimensionato, come in tutto il sud Italia...ma dire "non è vera una sola parola" è una stronzata, dai, e lo sai...un po' era così anche la Puglia, che pure rispetto a Calabria e Sicilia è sempre stata un poco più "aperta"...
    Veramente dai racconti di una mia ex-coinquilina, mi è parso che la loro mentalità fosse più chiusa della nostra

    Wolv, ci sono cresciuta, poteva essere così 50 o 60 anni fa, questo sì, ma ora no, non è vero! "auguri e figli maschi" è solo una frase di circostanza, mai visto nessuno imprecare per una figlia femmina. Credo che la gelosia, come problema culturale, non sia un'esclusiva del meridione. Pensa, per dirti, che nei paesi del Nord Europa, hanno delle percentuali peggiori delle nostre!


    - - - Aggiornamento - - -

    Quote Originariamente inviata da Joy Turner Visualizza il messaggio
    Rissa! Rissa!
    guarda che io sono agguerrita sull'argomento u.u"
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    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  6. #35
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da illusione Visualizza il messaggio
    Non penso che il riferimento della lacrima fosse relativo alla gravità dell'atto, quanto al fatto che un diciassettenne che si rende veramente conto dell'accaduto e magari col senno di poi un minimo di rimorso ce l'ha, qualche lacrima se la lascia sfuggire.
    Non ho capito: quindi la lacrimuccia sarebbe stata un'attenuante per il giudizio?
    Mi riviene in mente la notizia sparata da questi stessi giornalisti di Erika che lustri dopo l'accaduto giocava a pallavolo nel riformatorio e rideva con le compagne di gioco.
    Una certa opinione pubblica si aspetta che Erika assuma un atteggiamento di mestizia fino alla fine dei suoi giorni oppure, il caso in oggetto, che l'assassino pianga per aver commesso il fatto.
    E' che siamo intrisi di cattolicesimo fino alle ossa, come testimonia l'intervento di @Ioria , ci aspettiamo il "pentimento", passo essenziale per arrivare al perdono.
    C'è invece necessità di giustizia vera, che i fatti vengano analizzati oggettivamente. Nel caso in oggetto un tizio ha trafitto una ragazza con 20 coltellate e poi le ha dato fuoco. Per giudicarlo non dobbiamo contare le lacrime, ma le coltellate. Dobbiamo valutare se quando le ha appiccato il fuoco era cosciente del fatto che ella fosse ancora viva, per capire se deve essere accusato di semplice omicidio volontario, oppure di omicidio premeditato.
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  7. #36
    alias Annie Lennox Elaine Marley
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    @Holly forse non hai letto cosa ho scritto, invece di partire con il solito modo di essere permalosi e ciechi.
    E fidati che non sono una che si attacca alla tv e me ne sbatto le palle di quello che dicono i media.
    Ho detto che ANCHE DA ME, polentona del cazzo che vivo in una insignificante provincia di Milano ci sono ragazzini anche di 16 anni con i coltelli e che se queste cose TE LE ASPETTI DAL SUD, sono invece una realtà di ogni posto.
    Quindi invece di fare i soliti presi a male leggete meglio.
    A Joy Turner piace questo intervento

  8. #37
    blablaologa illusione
    Donna 108 anni
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Non ho capito: quindi la lacrimuccia sarebbe stata un'attenuante per il giudizio?
    Mi riviene in mente la notizia sparata da questi stessi giornalisti di Erika che lustri dopo l'accaduto giocava a pallavolo nel riformatorio e rideva con le compagne di gioco.
    Una certa opinione pubblica si aspetta che Erika assuma un atteggiamento di mestizia fino alla fine dei suoi giorni oppure, il caso in oggetto, che l'assassino pianga per aver commesso il fatto.
    E' che siamo intrisi di cattolicesimo fino alle ossa, come testimonia l'intervento di @Ioria , ci aspettiamo il "pentimento", passo essenziale per arrivare al perdono.
    C'è invece necessità di giustizia vera, che i fatti vengano analizzati oggettivamente. Nel caso in oggetto un tizio ha trafitto una ragazza con 20 coltellate e poi le ha dato fuoco. Per giudicarlo non dobbiamo contare le lacrime, ma le coltellate. Dobbiamo valutare se quando le ha appiccato il fuoco era cosciente del fatto che ella fosse ancora viva, per capire se deve essere accusato di semplice omicidio volontario, oppure di omicidio premeditato.
    Nessuna delle cose che hai detto è stata scritta da me, né può essere dedotta da quanto ho scritto.
    Il "fatto della lacrima", ripeto, sta a significare che quella testa di cazzo non si è reso conto di quel che ha fatto, oppure, ben peggio, è ancora convinto di aver fatto la cosa giusta.
    Ora, dimmi, dove trapela la morale cristiana dalle mie parole? E dimmi anche dove ho parlato di attenuante?

    ...scusa, mi aspetta il cilicio...
    A Mad Hatter piace questo intervento

  9. #38
    Ioria
    Utente cancellato

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    meglio che non abbia pianto. con le lacrime finte avrebbe magari abbindolato qualche credulone.
    Balbo.. come puoi parlare di raptus se è tornato sul luogo del delitto e la ha bruciata da viva? la cosa che mi fa rabbia è che non potrà essere condannato all'ergastolo, in quanto minorenne e incensurato.
    dico la mia.. la lettera secondo me non è del tutto fantasiosa: io credo che in certe culture la donna sia in effetti vista come "inferiore" e quindi, le botte se le possa meritare. è ovviamente un modo di vedere schifoso e orribile, che non deve essere MAI usato per giustificarsi. ovviamente, quello che si impara in famiglia... se non si è capaci di ragionare da soli.. forgia anche il carattere.

  10. #39
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Quote Originariamente inviata da illusione Visualizza il messaggio
    Nessuna delle cose che hai detto è stata scritta da me, né può essere dedotta da quanto ho scritto.
    Il "fatto della lacrima", ripeto, sta a significare che quella testa di cazzo non si è reso conto di quel che ha fatto, oppure, ben peggio, è ancora convinto di aver fatto la cosa giusta.
    Ora, dimmi, dove trapela la morale cristiana dalle mie parole? E dimmi anche dove ho parlato di attenuante?

    ...scusa, mi aspetta il cilicio...
    Hai parlato di rimorso.
    Se analizzi ancora più a fondo il tuo precedente intervento, ti aspetti qualche lacrimuccia a fronte di tale rimorso.
    E' filosofia cattolica bell'e buona.
    Come dire che una lacrima, cartina al tornasole del rimorso, ci rende propensi alla comprensione; al contrario nessuna lacrima ci induce a classificare il reo come un mostro di insensibilità.
    Auspico giudizi oggettivi che esulino da certi strampalati criteri retaggio di antiche indulgenze.

  11. #40
    blablaologa illusione
    Donna 108 anni
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Hai parlato di rimorso.
    Se analizzi ancora più a fondo il tuo precedente intervento, ti aspetti qualche lacrimuccia a fronte di tale rimorso.
    E' filosofia cattolica bell'e buona.
    Come dire che una lacrima, cartina al tornasole del rimorso, ci rende propensi alla comprensione; al contrario nessuna lacrima ci induce a classificare il reo come un mostro di insensibilità.
    Auspico giudizi oggettivi che esulino da certi strampalati criteri retaggio di antiche indulgenze.
    Io parlo di rimorso, ma come analisi del comportamento del ragazzo (vedi mio ultimo post), non come espediente per ridurgli la pena. Mi sembra chiaro. Inoltre il rimorso è umano, non cattolico. Che poi venga usato anche in alcune religioni è un'altra cosa, ma di certo non è stato inventato da loro. Ciò che è cattolico è il collegamento tra rimorso e perdono, che solo tu qui hai fatto, quindi mi farei due conti e imparerei a leggere con l'oggettività che tanto ti auspichi venga usata in altre occasioni, prima di sparare a zero sugli altri.

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