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Sedicenne accoltellata e bruciata nel cosentino: il fidanzato confessa

  1. #21
    Little Spongy Folletta
    Donna 32 anni da Genova
    Iscrizione: 8/12/2007
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    Quote Originariamente inviata da Ioria Visualizza il messaggio
    ragazzi.. lei era VIVA quando lui è tornato con la tanica.
    punto secondo.. il padre ha ammesso che la picchiava spesso. bene, caro genitore, è anche colpa tua, non hai difeso e protetto tua figlia.
    terzo: lui non ha dimostrato pentimento. io uno cosi lo vorrei morto. il carcere serve a poco. specie se, essendo minore, non può essere giudicato con l'ergastolo ( qui però non so, qualcuno ferrato di codice penale magari mi correggerà..)
    Non so nello specifico se previsto o meno l'ergastolo, ma essendo minorenne lo scopo del suo percorso in carcere sarà il recupero del minore. E su questo io sono assolutamente d'accordo. Trovo inutile la morte e anche lasciarlo in carcere a vita non serve a granchè. Credo sia peggio camminare per strada e sapere di essere riconosciuto come l'assassino di X.. A prescindere da ciò, sono comunque d'accordo sul recupero.
    Mi dispiace per quei poveri genitori, di lui sì, che adesso si ritroveranno in un inferno non voluto. E mi dispiace per i genitori della ragazza che suppongo si sentiranno anche un po' colpevoli di averle lasciato fare quello che voleva. Purtroppo in certe zone la mentalità fa ancora decisamente schifo..



    Khu, non ti stare a credere che sia solo abitudine della calabria girare con coltellini in tasca. Quanti anni a fa a genova due fratelli hanno accooltellato uno che suonava in un gruppo con loro?! Erano minorenni pure loro e avevano un coltello in tasca pure loro.
    A *Ryuzaki* e Oregon piace questo intervento

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  3. #22
    Too Many Humans Oregon
    Uomo 33 anni da Venezia
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    Quote Originariamente inviata da Folletta Visualizza il messaggio


    Khu, non ti stare a credere che sia solo abitudine della calabria girare con coltellini in tasca. Quanti anni a fa a genova due fratelli hanno accooltellato uno che suonava in un gruppo con loro?! Erano minorenni pure loro e avevano un coltello in tasca pure loro.
    Si, ma non lo metto in dubbio..non penso sia una cosa che succede solo in Calabria per carità. Parlavo di giovani in generale.

  4. #23
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Io non c'ero quindi non lo so...

    Stando a quanto riporta l'articolo postato, non dice nulla in proposito se non che l'ha bruciata.
    Stamane ho sentito la notizia a un GR rai e mi ha colpito molto come hanno esordito: "Nemmeno una lacrima del ragazzo 17enne nel confessare bla bla bla". Questa cosa del "nemmeno una lacrima" m'ha fatto veramente schifo. Come se il piangere o meno possa essere un elemento che renda il fatto più o meno grave e l'imputato più o meno giustificabile. E questi sono i giornalisti professionisti per eccellenza, la RAI... In seguito ho afferrato mentre rimuginavo su questa cosa della lacrima, che si pensa che la ragazza potesse essere ancora in vita quando è stata data alle fiamme, ma è da verificare. Comunque anche se fosse vero, si tratta di stabilire se l'assassino fosse cosciente che ella era in vita oppure no e questo nessuno lo può dire se non lui confessando o in sede di dibattimento processuale se emerge qualche elemento incontrovertibile.

    qui non si tratta di un discorso di gelosia normale ( come se uccidere per essa una donna lo fosse) ma piuttosto come reazione alle regole della cultura primitiva, dove la donna ha sfidato l'onore del maschio privandolo del rapporto sessuale da lui richiesto e rifiutato un vero affronto da lavare con il prezzo del sangue ,questa è la realtà dei fatti che come tale e cruda è dura di bruciarla viva come a titolo di esempio di sapore mafioso. ( sia come modalità e sia come entrata nel mondo degli adulti )

    Sarò esagerato nella mia analisi ma secondo me questo è il prodotto di una mentalità e tale proposito lascio lo spazio ad una donna che vivendo a pochi chilometri da dove è accaduto il fatto racconta sul corriere della sera questo modo di pensare

    Pubblichiamo la lettera che Francesca Chaouqui, trentenne calabra, direttore delle relazioni esterne di una multinazionale, ha inviato al Corriere della Sera.
    Sono nata in Calabria 30 anni fa, in un paese di 2000 abitanti vicino a Corigliano. Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi. Se nasci femmina la tua stessa venuta al mondo disattende la volontà di chi dovrebbe amarti incondizionatamente ma nonostante questo la Calabria è una terra matriarcale, sono le madri a indirizzare le famiglie, a aiutare i figli nelle scelte e anzi spesso a decidere per loro.
    Fabiana era di Corigliano e per capire la sua vita e la sua morte atroce immaginatevi un paese arroccato di case costruite la maggior parte nel dopoguerra e mai ristrutturate, sentite l’odore dei camini accesi l’inverno, l’unico bar nella strada principale teatro della vita sociale dei pochi rimasti, severo e insindacabile tribunale di chi vale e di chi non vale, di chi conta e chi no.
    La maggior parte degli avventori sono anziani. Si perché quasi nessun giovane rimane in Calabria, una terra splendida ma con troppo poco da offrire e quasi niente da costruire. Sono sicura che anche Fabiana Luzzi sognava di andar via.
    Partiamo tutte a bordo di pullman stanchi verso la capitale oppure Bologna, alcune volte Milano. Arriviamo qui in queste città dove le mamme e le figlie si baciano, si raccontano tutto, dove se fai l’amore la prima persona a cui lo dici è proprio tua mamma sicura che anche lei alla tua età ha fatto lo stesso. In Calabria se a 16 anni fai l’amore e tua madre, o peggio ancora tuo padre, lo scoprono sei certa di aver dato la peggiore delusione che potevi ai tuoi genitori.
    Fabiana è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire cittu ca tu si filmmina, non su così pi tia, fai silenzio, sei una donna non sono cose per te. Davide sarà cresciuto aspettando il suo battesimo del fuoco, la prima volta, quella che ti fa entrare al bar spavaldo a dire mo sugnu n’uomminu, ora sono un uomo, come se bastasse questo per essere cresciuto e aver trovato un ruolo in quella società.
    Il rapporto fra uomo e donna in Calabria si forma presto, un binomio di due mondi paralleli che non si trovano mai, molti crescono vedendo padri e nonni dare qualche sganassone alle compagne, vedono loro reagire senza reagire, accettare quei comportamenti come connaturati agli uomini per retaggio culturale e sovrastruttura sociale.
    Si incassa, si va avanti, ca non è c’ama fa ridi i genti, non dobbiamo far sogghignare la gente, un’espressione tipica per dire che i panni sporchi si lavano in famiglia. I ragazzi guardano, imparano che la violenza è virilità, che fa parte del gioco delle coppie, diventa spesso parte di loro. Alcuni la metabolizzano, altri no. Le donne in Calabria, sono poche quelle che restano, poche quelle che amano liberamente, poche quelle che hanno compagni che le considerano loro pari in ogni cosa.
    Così andiamo via, sono le nostre madri a volerlo, i nostri padri a lavorare per poterci permettere di farlo. Diventiamo magistrati, insegnanti, avvocati, siamo pronte a parlare di tutto, con una mentalità aperta che non ha nulla a che vedere con quella con cui siamo cresciute. Dentro di noi però portiamo il peso degli insegnamenti che il piacere, la libertà sono cose da maschi, ci ribelliamo ma difficilmente ce ne liberiamo del tutto.
    Noi calabresi oggi siamo tutte Fabiana, chi è rimasto e chi come me è andata via, ma un pezzo del mio cuore è ancora lì, nonostante tutto.
    A Joy Turner piace questo intervento

  5. #24
    Jack Daniels
    Ospite

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    mah si chi è che non gira con un coltello al giorno d'oggi, con tutti i rumeni che ci sono in giro

  6. #25
    alias Annie Lennox Elaine Marley
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 22/4/2010
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    Quote Originariamente inviata da Eric Draven Visualizza il messaggio
    mah si chi è che non gira con un coltello al giorno d'oggi, con tutti i rumeni che ci sono in giro
    Guarda fa ridere, ma in effetti io vorrei comprarmene uno visto che dove esco io spesso ci sono gli zingari e qualche scenata l'ho vista dal vivo.
    A Joy Turner piace questo intervento

  7. #26
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 33 anni da Padova
    Iscrizione: 27/7/2008
    Messaggi: 5,001
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    Quote Originariamente inviata da Khumiko Visualizza il messaggio
    Anche a me ha sconvolto parecchio, soprattutto per la giovane età dei due. Poi mi è sembrato assurdo che un ragazzino di 16 anni esca di casa con un coltello...non è normale.
    mio fratello dorme con il coltello sotto il cuscino ...

    cmq c'è solo una pena 'giusta'...bruciargli i genitali e poi farlo marcire a lavori forzati per il resto della sua vita.

  8. #27
    Alias Bonnie Tyler Joy Turner
    Donna 36 anni
    Iscrizione: 28/5/2007
    Messaggi: 16,028
    Piaciuto: 5206 volte

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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    Pubblichiamo la lettera che Francesca Chaouqui, trentenne calabra, direttore delle relazioni esterne di una multinazionale, ha inviato al Corriere della Sera.
    Sono nata in Calabria 30 anni fa, in un paese di 2000 abitanti vicino a Corigliano. Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi. Se nasci femmina la tua stessa venuta al mondo disattende la volontà di chi dovrebbe amarti incondizionatamente ma nonostante questo la Calabria è una terra matriarcale, sono le madri a indirizzare le famiglie, a aiutare i figli nelle scelte e anzi spesso a decidere per loro.
    Fabiana era di Corigliano e per capire la sua vita e la sua morte atroce immaginatevi un paese arroccato di case costruite la maggior parte nel dopoguerra e mai ristrutturate, sentite l’odore dei camini accesi l’inverno, l’unico bar nella strada principale teatro della vita sociale dei pochi rimasti, severo e insindacabile tribunale di chi vale e di chi non vale, di chi conta e chi no.
    La maggior parte degli avventori sono anziani. Si perché quasi nessun giovane rimane in Calabria, una terra splendida ma con troppo poco da offrire e quasi niente da costruire. Sono sicura che anche Fabiana Luzzi sognava di andar via.
    Partiamo tutte a bordo di pullman stanchi verso la capitale oppure Bologna, alcune volte Milano. Arriviamo qui in queste città dove le mamme e le figlie si baciano, si raccontano tutto, dove se fai l’amore la prima persona a cui lo dici è proprio tua mamma sicura che anche lei alla tua età ha fatto lo stesso. In Calabria se a 16 anni fai l’amore e tua madre, o peggio ancora tuo padre, lo scoprono sei certa di aver dato la peggiore delusione che potevi ai tuoi genitori.
    Fabiana è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire cittu ca tu si filmmina, non su così pi tia, fai silenzio, sei una donna non sono cose per te. Davide sarà cresciuto aspettando il suo battesimo del fuoco, la prima volta, quella che ti fa entrare al bar spavaldo a dire mo sugnu n’uomminu, ora sono un uomo, come se bastasse questo per essere cresciuto e aver trovato un ruolo in quella società.
    Il rapporto fra uomo e donna in Calabria si forma presto, un binomio di due mondi paralleli che non si trovano mai, molti crescono vedendo padri e nonni dare qualche sganassone alle compagne, vedono loro reagire senza reagire, accettare quei comportamenti come connaturati agli uomini per retaggio culturale e sovrastruttura sociale.
    Si incassa, si va avanti, ca non è c’ama fa ridi i genti, non dobbiamo far sogghignare la gente, un’espressione tipica per dire che i panni sporchi si lavano in famiglia. I ragazzi guardano, imparano che la violenza è virilità, che fa parte del gioco delle coppie, diventa spesso parte di loro. Alcuni la metabolizzano, altri no. Le donne in Calabria, sono poche quelle che restano, poche quelle che amano liberamente, poche quelle che hanno compagni che le considerano loro pari in ogni cosa.
    Così andiamo via, sono le nostre madri a volerlo, i nostri padri a lavorare per poterci permettere di farlo. Diventiamo magistrati, insegnanti, avvocati, siamo pronte a parlare di tutto, con una mentalità aperta che non ha nulla a che vedere con quella con cui siamo cresciute. Dentro di noi però portiamo il peso degli insegnamenti che il piacere, la libertà sono cose da maschi, ci ribelliamo ma difficilmente ce ne liberiamo del tutto.
    Noi calabresi oggi siamo tutte Fabiana, chi è rimasto e chi come me è andata via, ma un pezzo del mio cuore è ancora lì, nonostante tutto.
    Questa lettera mi è piaciuta molto, e fa capire l'origine della deviazione del ragazzo. Fa capire lo scatto del raptus.
    Ma attenzione, del raptus, dell'accoltellamento (che, tra parentesi, è il metodo più usato nell'omicidio da gelosia, il coltello è infatti usato come 'continuazione' del pene, viene penetrata più volte provocando un forte sanguinamento quasi a mimare l'atto sessuale), non del dare fuoco. Lì sei deviato punto. Sei crudele. Sei sadico.
    E il 'non versare nemmeno una lacrima' termine tanto odiato da Abel Balbo, non sta a indicare la banalità giornalistica del 'piangi quindi sei pentito', come è stato detto da nonricordochi subito dopo, vuol dare un senso all'impassibilità del ragazzo, a quanto lui si distanzi dall'omicidio. Ecco, per come sono stata educata io posso capire (occhio al termine) l'accoltellamento, frutto di un raptus di follia e fortificato dall'esser masculo in un paesino dal sud, ma il dare fuoco a un esser umano ancora vivo no, quello è sadismo puro. E merita di esser trattato con lo stesso trattamento, nord o sud che sia.

    ps. Sarei curiosa di sapere l'opinione di @RudeMood in questo caso.
    A Temperance piace questo intervento

  9. #28
    *of the Moon* The Dark Side
    Donna
    Iscrizione: 23/5/2011
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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    qui non si tratta di un discorso di gelosia normale ( come se uccidere per essa una donna lo fosse) ma piuttosto come reazione alle regole della cultura primitiva, dove la donna ha sfidato l'onore del maschio privandolo del rapporto sessuale da lui richiesto e rifiutato un vero affronto da lavare con il prezzo del sangue ,questa è la realtà dei fatti che come tale e cruda è dura di bruciarla viva come a titolo di esempio di sapore mafioso. ( sia come modalità e sia come entrata nel mondo degli adulti )

    Sarò esagerato nella mia analisi ma secondo me questo è il prodotto di una mentalità e tale proposito lascio lo spazio ad una donna che vivendo a pochi chilometri da dove è accaduto il fatto racconta sul corriere della sera questo modo di pensare

    Pubblichiamo la lettera che Francesca Chaouqui, trentenne calabra, direttore delle relazioni esterne di una multinazionale, ha inviato al Corriere della Sera.
    Sono nata in Calabria 30 anni fa, in un paese di 2000 abitanti vicino a Corigliano. Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi. Se nasci femmina la tua stessa venuta al mondo disattende la volontà di chi dovrebbe amarti incondizionatamente ma nonostante questo la Calabria è una terra matriarcale, sono le madri a indirizzare le famiglie, a aiutare i figli nelle scelte e anzi spesso a decidere per loro.
    Fabiana era di Corigliano e per capire la sua vita e la sua morte atroce immaginatevi un paese arroccato di case costruite la maggior parte nel dopoguerra e mai ristrutturate, sentite l’odore dei camini accesi l’inverno, l’unico bar nella strada principale teatro della vita sociale dei pochi rimasti, severo e insindacabile tribunale di chi vale e di chi non vale, di chi conta e chi no.
    La maggior parte degli avventori sono anziani. Si perché quasi nessun giovane rimane in Calabria, una terra splendida ma con troppo poco da offrire e quasi niente da costruire. Sono sicura che anche Fabiana Luzzi sognava di andar via.
    Partiamo tutte a bordo di pullman stanchi verso la capitale oppure Bologna, alcune volte Milano. Arriviamo qui in queste città dove le mamme e le figlie si baciano, si raccontano tutto, dove se fai l’amore la prima persona a cui lo dici è proprio tua mamma sicura che anche lei alla tua età ha fatto lo stesso. In Calabria se a 16 anni fai l’amore e tua madre, o peggio ancora tuo padre, lo scoprono sei certa di aver dato la peggiore delusione che potevi ai tuoi genitori.
    Fabiana è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire cittu ca tu si filmmina, non su così pi tia, fai silenzio, sei una donna non sono cose per te. Davide sarà cresciuto aspettando il suo battesimo del fuoco, la prima volta, quella che ti fa entrare al bar spavaldo a dire mo sugnu n’uomminu, ora sono un uomo, come se bastasse questo per essere cresciuto e aver trovato un ruolo in quella società.
    Il rapporto fra uomo e donna in Calabria si forma presto, un binomio di due mondi paralleli che non si trovano mai, molti crescono vedendo padri e nonni dare qualche sganassone alle compagne, vedono loro reagire senza reagire, accettare quei comportamenti come connaturati agli uomini per retaggio culturale e sovrastruttura sociale.
    Si incassa, si va avanti, ca non è c’ama fa ridi i genti, non dobbiamo far sogghignare la gente, un’espressione tipica per dire che i panni sporchi si lavano in famiglia. I ragazzi guardano, imparano che la violenza è virilità, che fa parte del gioco delle coppie, diventa spesso parte di loro. Alcuni la metabolizzano, altri no. Le donne in Calabria, sono poche quelle che restano, poche quelle che amano liberamente, poche quelle che hanno compagni che le considerano loro pari in ogni cosa.
    Così andiamo via, sono le nostre madri a volerlo, i nostri padri a lavorare per poterci permettere di farlo. Diventiamo magistrati, insegnanti, avvocati, siamo pronte a parlare di tutto, con una mentalità aperta che non ha nulla a che vedere con quella con cui siamo cresciute. Dentro di noi però portiamo il peso degli insegnamenti che il piacere, la libertà sono cose da maschi, ci ribelliamo ma difficilmente ce ne liberiamo del tutto.
    Noi calabresi oggi siamo tutte Fabiana, chi è rimasto e chi come me è andata via, ma un pezzo del mio cuore è ancora lì, nonostante tutto.
    E' una lettera ridicola, scritta da una persona che a quanto ha avuto a che fare con Calabria di 50 anni fa.
    E lo dice non una patriottica, perché se Dio vuole io andrò via da qui [perché questo posto ahimè non mi offrirà mai un lavoro]. Sono sicura che, purtroppo, ci sono delle realtà familiari in cui questo accade. Ma il modo in cui lei ha generalizzato è veramente folle.
    Probabilmente quella è la realtà che ha portato lei ad andare via. E se è così ha fatto bene. Ma non è di certo la normalità.
    E, soprattutto, probabilmente la trentenne non ascolta molto i telegiornali nazionali, ultimamente.

    A parte questo, l'accaduto in sé penso che sia inutile anche commentarlo. Come possa un essere umano arrivare a tanto, è qualcosa che mi terrorizza.
    A Holly, Echoes e Temperance piace questo intervento

  10. #29
    Caska
    Donna 32 anni
    Iscrizione: 7/7/2006
    Messaggi: 31,863
    Piaciuto: 2353 volte

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    Cristo, se mia figlia le beccasse dal fidanzato non aspetterei il coltello. Denuncia e minaccia di morte.
    Invece i genitori dormono, mamma mia quanto dormono. L'hanno lasciata 'allontanarsi' da casa con quel mostro.

  11. #30
    Mind over matter Elefantino Blu
    Uomo 33 anni da Biella
    Iscrizione: 15/5/2007
    Messaggi: 2,173
    Piaciuto: 513 volte

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    Quote Originariamente inviata da Ioria Visualizza il messaggio
    ma io dico... volendo anche "capire" (io non capisco anzi, gente così per me meriterebbe la pena di morte) il raptus.. ma tornare dopo due ore e darle fuoco da viva.. bisogna veramente essere dei mostri. io spero davvero che non arrivi ai 17 anni questo qua.
    Lei: ti prego amore non farmi soffrire
    Lui: ok tesoro mio...
    "Le da fuoco in modo tale da bruciarle tutte le terminazioni nervose"

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