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Disciplina e Allenamento pesante o Crudeltà?

  1. #41
    Randagio
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    Quote Originariamente inviata da Jo Constantine Visualizza il messaggio
    Che poi si vede se un atleta non sta dando il massimo eh...
    Eh si eh,.. soprattutto quando una qualificazione si conta in decimi di secondo e non dare una bracciata con la stessa intensità delle altre ti fa cadere di tre posizioni... mha...


  2. # ADS
     

  3. #42
    blablaologa illusione
    Donna 108 anni
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    Quote Originariamente inviata da Randagio Visualizza il messaggio
    Bè, allora gli americani che non conquistano piu tutte le emdaglie di una volta su discipline di velocità? Unha volta erano imbattibli ma dopo i controlli serratio antidopping le cose sono cambiate... quindi qualche dubbio viene ancher su questo a me no? Ovvero che le olimpiadi passate fossero molto sfalsate dal dopping.... nemmeno la jamaica fino a qualche tempo fa aveva tutti questi velocisti eppure con Bolt nessuno parla di doppin genetico o sbaglio? Quindi guardiamo tutti o nessuno!!


    E comunque ogni stato ha le sue... i cinesi avranno gli allenamenti super intensi, ma noi tricordo che "stipendiamo come militari gli atleti" cosa secondo me assurda! Io pago le tasse per avere le strade sicure, avere forze dell'ordine con la benzina nelle macchine e non per vincere medaglie!
    Questa cosa la trovo ingiusta quanto gli allenamenti forzati cinesi!
    Non hai molto senso della misura se secondo te le due cose sono equiparabili.

    In quanto al primo discorso, la tua argomentazione non regge in quanto non vedo il nesso tra doping americano e il mio esempio della nuotatrice cinese. Inoltre, concorderai che le persone di colore sono più portate fisicamente ad essere velocisti, che poi siano jamaicani o statunitensi che cazz' c'entra?

  4. #43
    Randagio
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    Quote Originariamente inviata da illusione Visualizza il messaggio
    Non hai molto senso della misura se secondo te le due cose sono equiparabili.

    In quanto al primo discorso, la tua argomentazione non regge in quanto non vedo il nesso tra doping americano e il mio esempio della nuotatrice cinese. Inoltre, concorderai che le persone di colore sono più portate fisicamente ad essere velocisti, che poi siano jamaicani o statunitensi che cazz' c'entra?

    Se non riesci a vedere che centra mi dispiace per te.... ma il nesso è chiaro!

    E comunque guardati un pò indietro negli anni, la cina è da un decennio che spacca il culo nel nuoto femminile... con problemi di doping ammessi ok, ma è da anni che si è "lanciata a capofitto nelle vasche" quindi è normale arrivino atleti ad alti livelli dopo un pò!

    Poi il nuoto secondo me è la peggior disciplina per fare queste supposizioni.... negli ultimi anni sono cambiate tantissimo tecniche sia fisiche che di allenamento.... quindi tutto può avvenire!

    Guardate negli altri sport ogni quanto si batte un recod del mondo e guardate il nuoto, praticamente tutti i record sono stati fatti negli ultimi 4 anni! Quindi cina o non cina evidentemente questo sport ha avuto un evoluzione notevole e magari la cina metodica e "militare" com'è c'è stata dietro... l'italia tra spriz e comparsate TV invece si è persa...

  5. #44
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
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    Quote Originariamente inviata da Randagio Visualizza il messaggio
    Eh si eh,.. soprattutto quando una qualificazione si conta in decimi di secondo e non dare una bracciata con la stessa intensità delle altre ti fa cadere di tre posizioni... mha...
    Vabè ma tu metti episodi a cazzo su...

    Un allenatore se ne accorge se il tuo atleta non si sta impegnando e su...
    Prendi Pelphs, alla prima gara di questa olimpiade si vedeva che stava cazzeggiando.

    E comunque ripeto, mi stai rispondendo con cose che c'entrano una minchia.

  6. #45
    Randagio
    Utente cancellato

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    Be anche te parli come se fossi un atleta Cinese e non lo sei, quindi parli a minchia quanto me...

  7. #46
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
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    Quote Originariamente inviata da Randagio Visualizza il messaggio
    Be anche te parli come se fossi un atleta Cinese e non lo sei, quindi parli a minchia quanto me...
    Niente oh...Io dico coppe e te rispondi picche...

  8. #47
    Randagio
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    Quote Originariamente inviata da Jo Constantine Visualizza il messaggio
    Niente oh...Io dico coppe e te rispondi picche...
    Io non ho risposto a niente eh

  9. #48
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
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    Quote Originariamente inviata da Randagio Visualizza il messaggio
    Io non ho risposto a niente eh
    °_°"

  10. #49
    Mai più senza FdT RudeMood
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    @Sedna;


    Olimpiadi, lo choc dei campi d’addestramento degli atleti cinesi

    di Paola Totaro

    Bambini che piangono di dolore. Gli abiti richiamano la tenera età, con le immagini dei cartoni animati e razzi spaziali, ma stonano con la fatica e la rassegnazione che si legge negli occhi di questi piccoli atleti. Siamo a Nanning Nanning in Cina, in una palestra o come sarebbe meglio dire, in uno dei numerosi campi di addestramento presenti in tutto il Paese, dove i genitori mandano i propri figli per farli diventare dei campioni.

    Guardando le foto che circolano su internet da gennaio si comprende bene come gli atleti cinesi impegnati a Londra 2012 possano essere così bravi nelle varie discipline sportive. I futuri campioni della ginnastica iniziano presto l’addestramento faticoso su sbarre anelli e stuoie a cinque o sei anni, con la speranza di poter ripetere il successo di tanti altri atleti. E per evitare che possano dimenticare il motivo per il quale sono lì, sul muro appare un grande cartello con la scritta “Oro”: un modo per tenere sempre a mente che la loro missione nella vita è battere gli americani e tutti gli altri campioni.

    COME IN GERMANIA EST Vincere a tutti i costi: questa la riflessione di David Jones del Daily Mail che ripensa all’inquietante colloquio avuto con Petra Schneider, la campionessa della Germania Est che aveva stupito il mondo vincendo i 400 misti durante le Olimpiadi di Mosca nel 1980. Molti osservatori si erano domandati come si spiegasse la sua netta superiorità rispetto agli altri atleti. Una vita sacrificata alla gloria sportiva della sua nazione che le ha negato un’infanzia serene, le ha rovinato la salute a causa dell’utilizzo di sostanze dannose e le ha fatto perdere la femminilità. ”Una storia molto simile a quella degli atleti cinesi, tra gli altri la nuotatrice Ye cinese Ye Shiwen?”, si chiede Jones. Tutti sperano di no, ma ricordando le fotografie che la Schneider aveva mostrato al giornalista, di lei alla stessa età della campionessa cinese, è inevitabile avere perplessità in merito.

    YE SHIWEN Tutti coloro che hanno assistito alle gare avranno notato la maggiore forza mostrata dalla Shiwen che ha una fisionomia maschile, piatta, spalle larghe e gambe arrotondate. L’avversaria Rebecca Adlington è anche lei una donna forte, ma di aspetto sicuramente più femminile. Ye Shiwen, sebbene appena uscita dall’adolescenza, appare androgina. Venne scelta proprio perché aveva un fisico insolitamente maschile, con le mani molto grandi e lunghi arti. Negli anni ottanta il regime comunista decise che era ora di riscattarsi delle continue umiliazioni subite nell’atletica leggera e nel nuoto in precedenza e che era ora di creare una generazione di futuri campioni. A tal fine furono incaricati gli insegnanti delle scuole di osservare i propri allievi e segnalare tutti i bambini con evidenti segni di abilità sportiva per indirizzarli poi ad uno dei 3000 nuovi campi d’addestramento statali. Racconta la madre di Ye, Qing Dingyi, ai media di stato cinesi che sua figlia aveva espresso il desiderio di diventare nuotatrice alla tenera età di 7 anni. Ma la verità è che la piccola fu scelta appositamente per una carriera sportiva su pista o campo. La bambina fu portata via dal suo modesto appartamento di due stanze a Hangzhou, una città di 6,2 milioni di abitanti e trasferita nella Jingluin Chen, la scuola sportiva dove la si valutò più idonea al nuoto. Il padre della piccola, un operaio, aveva sempre pensato che “i risultati sono importanti, ma la cosa più importante è partecipare”, ma non ebbe mai il coraggio di esprimere questa sua opinione davanti agli allenatori della figlia. Nel nuoto, come nella maggior parte altri sport olimpici, imporre un regime così implacabilmente duro, è stato paragonato, dai pochi osservatori occidentali che sono riusciti a penetrare il segreto ossessivamente custodito dai cinesi, alle condizioni di vita di alcune carceri del XIX secolo.

    IL SILENZIO DEL CIO Ebbe l’opportunità di conoscere il sistema di preparazione degli atleti cinesi, dopo aver avuto l’opportunità di fare l’osservatore olimpico, l’oro della Gran Bretagna, il rematore Sir Matthew Pinsent (uomo che sa cosa significa spingere il corpo umano oltre i propri limiti) e la definì una “esperienza piuttosto inquietante”. Raccontò di bambini che nel mondo occidentale sarebbero stati considerati troppo giovani per svolgere attività sportive, men che meno portati via dai propri genitori, i quali venivano fatti lavorare talmente tanto da indurli al pianto. Una bambina aveva denunciato di essere stata picchiata. Il Comitato olimpico internazionale promise di indagare sulle affermazioni di Pinsent ma, obiettivamente, dopo sette anni nulla fa pensare che sia cambiato qualcosa.

    LE FOTO STRAZIANTI Nel gennaio scorso, la pubblicazione delle strazianti foto che mostrano bimbi cinesi sfruttati e piangenti dal dolore. Continuamente vessati dal lavaggio del cervello che fa pensare loro solo alla vittoria, al podio. Addirittura, alle future stelle, viene insegnato fin da piccoli come rispondere alle “insulse” domande dei media. Ma un segnale di speranza c’è. L’attuale generazione dell’Olimpo, forse incoraggiata e resa consapevole dal maggiore contatto con l’occidente attraverso il web, inizia a ribellarsi.

    CHI SI RIBELLA Infatti la compagna di nuoto di Ye, Ying Lu, 23 anni, ha rischiato gravi conseguenze da Pechino per aver attaccato il regime in merito i “coaching grindingly” ripetitivi, attuati nel suo Paese e dichiarando di essersi sentita più libera e di aver effettuato allenamenti più piacevoli in Australia dove le era stato permesso di prepararsi per le gare olimpiche. Recentemente, anche altri ex atleti cinesi hanno rotto i ranghi, descrivendo come fossero stati rigidamente programmati nei campi sportivi e di come siano riusciti a mala pena ad andare avanti ed a badare a sé stessi dopo la conclusione della propria carriera atletica. Tanto meno trovare un lavoro e reintegrarsi con i propri coetanei.

    “ALIMENTAZIONE NUTRIENTE” Ye negli ultimi sei anni ha vissuto in un dormitorio spartano con cinque speranze del nuoto. Ha iniziato la giornata alle sette con 20 chin-up – un esercizio di là della capacità degli adulti più in forma. Lei nuota ogni giorno per diverse ore – ottenendo soltanto una pausa quando la piscina ‘ha bisogno di pulizia’, come dice uno dei suoi allenatori, Wei Wei. Le sono state insegnate anche quei “piccoli” particolari che possono fare la differenza nelle grandi competizioni: tenere un’espressione fissa del volto, comportamento impeccabile di fronte ai giudici, non mostrare debolezza o dolore. L’unica consolazione per una come Ye, è sapere che la sua dieta è molto più nutriente rispetto ad un qualsiasi altro adolescente cinese. Ma alimenti ed integratori legali a parte, quello che Jones si chiede è: ci sarà anche qualcos’altro? Un qualche tipo di “carburante” vietato?

    DUBBIO DOPING Se fosse così anche a lei capiterà come ai sui colleghi che nel 1994 ai Campionati del mondo di nuoto vinsero 12 su 16 medaglie. I funzionari statali cinesi giustificarono la grande performance con l’utilizzo da parte degli atleti di un’ “antica bevanda” composta da pelle di rospo e nidi di uccelli. Peccato che poco tempo dopo ai Giochi Asiatici 11 di quegli atleti furono trovati positivi ad un testosterone bandito e la Cina fu spogliata di 9 dei 23 ori conquistati in quell’occasione. Altri scandali si susseguirono ad intervalli regolari nel corso degli anni novanta e duemila. Tra gli altri la scoperta, nel kit bag di una nuotatrice cinese, durante un controllo di routine presso l’aeroporto di Sydney, di 13 fiale di un ormone della crescita, sufficienti a tutta la squadra.

    Solo sei settimane fa un’altra nuotatrice cinese di 16 anni, Li Zhesi, è stata espulsa dal team, dopo essere stato riscontrato l’utilizzo di EPO, una sostanza che aumenta i globuli rossi e le cellule del sangue e aumenta l’assorbimento dell’ossigeno, migliorando così le performance natatorie. La scoperta dell’utilizzo della sostanza illecita è stata fatta dalla stessa agenzia anti-doping cinese, istituita prima dei Giochi di Pechino e Li Zhesi, sembra tanto un capro espiatorio, un sacrificio per dare l’impressione al mondo che la Cina vigila su questi fatti e togliendo così dubbi sugli atleti in gara a Londra 2012. Guardando le fotografie dei piccoli cinesi sacrificati i dubbi diventano certezza.

  11. #50
    Wowbagger Jo Constantine
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    Ah ma c'era pure un articolo?
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