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L'asilo dei bambini senza sesso

  1. #1
    pietra miliare FDT.. maya
    Donna 40 anni da Piacenza
    Iscrizione: 29/9/2004
    Messaggi: 14,707
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    Predefinito L'asilo dei bambini senza sesso

    Si chiama Egalia e i piccoli vengono apostrofati tutti con il pronome neutro «hen» usato nei circoli femministi
    (Ap)
    MILANO - Accanto alla cucinetta e alle verdure finte, ci sono i mattoncini Lego e gli aeroplani, e tra le bambole – rigorosamente nere - spuntano robot e il modellino di un treno giapponese. Niente adesivi colorati azzurri e rosa e fiocchetti sui grembiulini, e il divieto assoluto per maestre e inservienti di appellarsi ai bimbi usando il pronome «lei» o «lui». Ecco le regole dell'asilo Egalia, dove tutti i piccoli sono uguali e dove si impara a non discriminare interessi e diritti partendo dal sesso del singolo individuo. UNA SCUOLA PER POCHI – Aperto dallo scorso anno, vanta una lista d'attesa lunghissima: ha solo 33 posti, troppo pochi rispetto alle richieste della zona, il distretto di Sodermalm, isoletta densamente popolata poco a sud del centro di Stoccolma, Svezia. E vanta anche – raccontano orgogliose le maestre - un numero molto basso di defezioni: nonostante il programma pedagogico sia rigido, solo un bimbo si è ritirato nel corso del primo anno di attività.
    IL PROGETTO PEDAGOGICO – Alla base del progetto di Egalia sta la lotta alla discriminazione sessuale. I bimbi, tutti da 1 a 6 anni, non vengono chiamati a seconda del loro sesso ma sono appellati indistintamente con il nome «friend», amico/a, e per dire «lui» o «lei» viene usato il pronome neutro svedese «hen», inesistente nel vocabolario svedese ma usato nei circuiti femministi ed omosessuali. I giochi e i libri sono mischiati, nella tipologia e nei colori, senza creare aree spiccatamente femminili separate da zone maschili. Un esperto di differenze di genere segue gli iscritti ed istruisce le maestre, tutto all'insegna della totale parità. «La società si aspetta che le bambine siano femminili, dolci e carine e che i bambini siano rudi, forti e impavidi. Egalia dà invece a tutti la meravigliosa opportunità di essere quel che vogliono», dichiara una delle insegnanti. Oltre a insegnare a non discriminare i generi, nell'asilo Egalia si gioca con bambole di colore e si leggono libri che raccontano anche storie diverse, come l'amore tra due giraffe maschi. E in libreria non compaiono i classici come Cenerentola e Biancaneve, così ricchi di stereotipi sulla figura femminile.

    LE CRITICHE – Ma non tutti apprezzano il progetto pedagogico, e molti si chiedono se davvero tali accorgimenti servano a sradicare le credenze sessiste nei più piccoli, o se non finiscano semmai per confondere ulteriormente la socialità dei bimbi tutta in divenire. La lotta alla discriminazione e alla parità tra i sessi, cavallo di battaglia della Svezia, ha portato a un'esagerazione e a una sorta di «follia di genere», sostengono alcuni opinionisti. Mentre altri mettono in guardia: impedire ai maschi di trasformare un bastoncino in una spada e di urlare facendo la lotta potrebbe sortire l'effetto contrario.



    Fonte: corriere.it

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  3. #2
    Sei colori in cerca di autore Randy Mellons
    Uomo 124 anni
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    Sono molto scettico a riguardo, ad di la della naturale confusione, sembrerebbe che chi ha ideato questo progetto ha completamente dimenticato che in quella fase della crescita i bambini tendono a raggrupparsi in gruppi dello stesso sesso, non per motivi esplicitamente sessuali, ma per affermare la propria personalità all'interno del gruppo, ovviamente con i limiti dovuti all'immaturità psicologica. Secondo me sarà un flop.
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  4. #3
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 2/4/2006
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    Ho sempre ammirato molto le civiltà scandinave...ma questa mi pare un'assoluta stronzata pericolosa...
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  5. #4
    Vivo su FdT Meox
    Donna 31 anni da Treviso
    Iscrizione: 21/11/2005
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    A me sembra una bella idea, non è raro che le bambine si divertano più con le macchine e i videogiochi piuttosto che con le bamboline, perché farglielo pesare? D'accordo anche con raccontare storie "particolari", basta che facciano passare il messaggio che "gay è meglio" o qualcosa del genere, a volte nella foga di voler normalizzare a tutti i costi si rischia di denigrare qualcuno...Cmq il pronome neutro sarebbe utilissimo in italiano u.u

  6. #5
    Eurasia
    Ospite

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    Ne avevo sentito parlare, lo trovo un progetto interessante e non vedo l'ora di leggere i risultati.

  7. #6
    Nuvolablu
    Donna 42 anni
    Iscrizione: 14/7/2007
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    Sono abbastanza scettica sull'utilità di questo progetto che non fa che dare per scontata l'esistenza della discriminazione sessuale in un mondo nel quale per fortuna non vi è.
    Il mondo a cui mi riferisco è quello dei bambini così piccoli, insomma ok che tendono a raggrupparsi in base al proprio sesso, ma la discriminazione è un'altra cosa.
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  8. #7
    Seestra? Yvette
    Donna 35 anni da Estero
    Iscrizione: 4/11/2005
    Messaggi: 18,949
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    Non penso che in questo secolo un progetto del genere possa essere di grandissima utilità...

  9. #8
    Little Spongy Folletta
    Donna 32 anni da Genova
    Iscrizione: 8/12/2007
    Messaggi: 14,178
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    Mi trovo in disaccordo. Sicuramente i bambini sono influenzati dalle "pretese" dei genitori e della società {maschio: forte; femmina: debole..Giusto per dirne una}, ma questa è un'esagerazione.. A casa come sono trattati questi bambini?! Dubito che nel mondo venga dato loro dell' <<hen>>, dubito che il maschio non venga trattato da maschio e la femmina da femmina, dubito che a casa abbiano giochi di tutti i tipi.. Insomma penso che un esperimento di questo genere possa portare solo confusione nei bambini e c'è anche il rischio di risaltare le differenze di sesso..
    Sicuramente non manderei mai i miei figli in una scuola simile.
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  10. #9
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
    Messaggi: 17,140
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    Il rischio, secondo me, è di confondere le discriminazioni sessuali con le differenze sessuali. Intendo dire che se all'ora del pranzo ad apparecchiare la tavola non ci pensa lei o lui, ma hen, si ribadisce che tale lavoro non deve appartenere necessariamente a un sesso e va bene; se però nella favola della giraffa si racconta ai bambini che questa non si accoppia con una giraffa femmina o maschio, ma con una giraffa hen, il messaggio diventa che non si vogliono più differenze di sesso. Non sto criticando questa cosa, anzi da un punto di vista quanto meno teorico credo che se ne potrebbe discutere ed essere possibilisti, però occorre avere le idee chiare su dove si vuole andare a parare e mi sembra fuorviante dire che l'obiettivo sia la discriminazione.
    A Folletta, Canalfeder e learch piace questo intervento

  11. #10
    Assuefatto da FdT ? SiuzyLiquidoBreve
    Uomo 39 anni da Milano
    Iscrizione: 27/2/2008
    Messaggi: 630
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    Avevo sentito una storia simile, su una coppia che aveva deciso di crescere il loro bambino senza dargli un sesso definito ( cosa che ha per natura) ma trattandolo come se fosse senza.

    La cosa mi aveva incuriosita, penso che anche io agirei allo stesso modo, magari non così rigido; però lasciare che sia il bambino piano piano a scegliersi un sesso ( un entità) in maniera spontanea, senza pensarci troppo come essere.

    Non mi spiace come idea, ma non credo che un asilo impostato così rigidamente possa essere la risposta, anche perchè appena vai al supermcato; stai certo che il vecchietto o la vecchietta che ti dice.. " oh ma che bel bambino/a, ma quanto sei carino/a" stai certo che lo trovi.

    E non solo,gli stessi bambini con cui giocano, possono fare affermazioni in tal senso.

    Resta il fatto che crescerli, dando loro modo di essere liberi di scegliere, evitando di sommergerli con categorizazzioni o definizioni di sorta per me è un bene; e fargli sempre presente che uno è come si sente d'essere, non come gli altri pretendono che sia.

    Key

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